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Street Food: gli italiani ti amano

Secondo la Coldiretti due su tre hanno consumato cibo di strada nel 2016. I prodotti preferiti sono quelli nostrani: dalla piadina ad arrosticini e arancine. Cresce la frutta, crollano gli hot dog e soprattutto i kebab

Che siano gli anni dello street food, questi ultimi, ce ne siamo accorti tutti. Ora a confermare ufficialmente questa tendenza culinaria diffusasi a dismisura anche nel nostro paese è la Coldiretti, che attraverso un sondaggio online condotto sul proprio sito web è giunta a dire che “quasi due italiani su tre (65%) hanno consumato cibo di strada nel 2016 con una domanda boom nell’estate perché concilia la praticità con il costo contenuto, ma anche perché rappresenta una forma di vendita particolarmente apprezzata dai turisti”.

Un fenomeno in costante ascesa favorito dal moltiplicarsi di sagre, feste ed iniziative di valorizzazione alimentare nei luoghi di vacanza. E dalla moda dei food truck, presenti in eventi e rassegne ma anche e soprattutto in ogni angolo vacanziero dello Stivale.

Lo street food preferito degli italiani? Il nostro, che domande: l’81% degli intervistati sceglie il cibo della tradizione locale, che va dalla piadina agli arrosticini fino alle arancine, mentre “il 13% sceglie quello internazionale come gli hot dog e solo il 6 per cento i cibi etnici come il kebab, in netto calo rispetto al passato”.

Ma la tradizione dello street food non nasce ora. Come sottolinea proprio Coldiretti: “Le radici sono molto antiche e risalgono al tempo dei Romani dove gran parte della popolazione era spesso solita gustare i pasti in piedi e velocemente in locali aperti in prossimità della strada. Per questo l’Italia con le sue numerosissime golosità gastronomiche può vantare una tradizione millenaria come dimostrano le diverse specialità locali apprezzate dagli amanti dello street food come gli arancini siciliani, la piadina romagnola, le olive ascolane, i filetti di baccalà romano, gli arrosticini abruzzesi, la polenta fritta veneta, le focacce liguri, il pesce fritto nelle diverse località marittime e gli immancabili panini ripieni con le tipiche farciture locali che vanno dai salumi ai formaggi senza dimenticare la porchetta laziale”.

Secondo la Coldiretti infine è aumentata di molto anche l’offerta di prodotti street ma dall’attitudine più “salutare”,  come la frutta, i centrifugati, i frullati, gli smoothies o la classica fetta d’anguria.

Insomma, lo street food, in Italia, non è affatto sinonimo di cibo spazzatura.

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