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Babingtons for Darjeeling, dal tè all’impegno sociale

Babingtons for Darjeeling

Babingtons for Darjeeling: la storica sala da tè di Piazza di Spagna, scende in campo per il sociale, offrendo formazione e lavoro a 50 giovani indiani dello stato del Darjeeling.

Tutto è iniziato tre anni fa quando, pensando ai festeggiamenti per il 125° anniversario di Babingtons, abbiamo ritenuto giusto trovare un modo per ridare un po’ di quella fortuna che ci ha sempre accompagnati, ai membri delle comunità da cui proviene molto del nostro il tè, che purtroppo si trovano in condizioni disagiate.” Così Chiara Bedini e Rory Bruce, titolari dell’elegante salotto ai piedi di Trinità dei Monti, aperto a Roma nel XIX secolo, hanno spiegato la loro scelta di avviare il progetto “Babingtons for Darjeeling”.

Il 7 ottobre scorso, tra fumanti tazze di tè speziato e gustose specialità indiane, alla presenza della stampa e di un folto gruppo di clienti affezionati, Babingtons ha presentato questo progetto di Corporate Social Responsibility, a sostegno dei giovani che vivono in condizioni di povertà e arretratezza sociale nella regione del Darjeeling, nel nord est dell’India.

Un territorio affascinante quest’ultimo, un eden lussureggiante di valli profonde e pendii scoscesi, caratterizzato dal verde smeraldino di oltre 88 giardini di tè, adagiati ai piedi della catena montuosa dell’Himalaya.

Un territorio splendido, dove però è molto difficile per i ragazzi più poveri ricevere un’istruzione adeguata, e aldilà delle piantagioni da tè, appartenenti a società estere, ricche famiglie indiane e piccoli produttori riuniti in cooperative, non ci sono molte opportunità lavorative.

Qui infatti si produce lo “champagne dei tè”, il Darjeeling: un tè nero (ma di cui oggi esistono varietà bianche, verdi e oolong) che con i suoi sentori di legno, frutta matura e spezie, è annoverato tra le varietà più pregiate del mondo. Il Darjeeling cresce ad una altitudine tra i 600 e i 2000 metri, e deve la sua forte carica aromatica ad una combinazione di condizioni climatiche e terroir, che lo rende davvero unico. Ogni anno ne vengono prodotti 18,3 milioni di kg.

E fu proprio una tazza di Darjeeling, il primo tè ad essere servito da Babingtons agli albori della sua storia: quando la bisnonna degli attuali proprietari, Isabel Cargill e la sua grande amica Anna Maria Babington aprirono la prima tea room della Città Eterna a fine Ottocento, creando un luogo elegante e raffinato per l’allora comunità inglese di Roma. Pensate che in 126 anni da Babingtons si calcola siano state servite ben 1.859.760.000 tazze di questo pregiato infuso, ciò ne fa uno dei preferiti di sempre tra la clientela della sala da tè di Piazza di Spagna.

Una ragione del cuore in più, che ha spinto Chiara Bedini e Rory Bruce a tendere una mano proprio alle popolazioni che, in questo fazzoletto di terra ai confini della Cina, coltivano questa speciale varietà di tè.

Alla presentazione del progetto ha preso parte anche Anneysa Ghosh, presidente della società indiana di consulenza Hausos, che ha parlato della realtà del Darjeeling, descrivendo una situazione molto delicata, per il futuro di questi ragazzi.  Il lavoro nei tea garden oggi scarseggia, quindi a causa di fattori come l’instabilità politica, i cambiamenti climatici e la crescente automazione nella raccolta e nella coltivazione del tè, molti giovani per sfuggire alla povertà sono costretti ad emigrare o finiscono coinvolti in traffici illegali.

Babingtons for Darjeeling, nasce dunque per poter offrire loro un’alternativa concreta. Ideato e interamente finanziato da Babingtons, il progetto è stato sviluppato in stretta collaborazione con Hausos e la CII (Confederation of Indian Industries).

Grazie all’ iniziativa benefica di Babingtons, 50 ragazzi e ragazze in difficoltà hanno potuto realizzare così il sogno di diventare chef o infermieri, frequentando un percorso formativo intensivo nel campo dell’ospitalità o della sanità (a seconda della loro preferenza).

Il diploma finale è stato consegnato loro dalle mani di Chiara Bedini, alla presenza di famiglie, insegnanti e autorità locali, nell’ambito di un’emozionante cerimonia, ripresa dai media indiani, proprio nella cittadina di Darjeeling. Un valido aiuto per il futuro di questa comunità, un’iniziativa che si è dimostrata subito in tutta la sua concretezza, perché già al termine della cerimonia a molti neodiplomati è stato consegnato un vero contratto di lavoro, controllato in precedenza da Anneysa Ghosh affinchè fosse equo e giusto.

Fin da subito, appena terminata la consegna dei diplomi, i ragazzi -hanno aggiunto Chiara Bedini e Rory Bruce – hanno ricevuto importanti offerte di lavoro. Siamo felici ed emozionati per il traguardo raggiunto, sempre più determinati a proseguire su questa strada nella speranza che sia solo il primo di una lunga serie di successi“.

Babingtons for Darjeeling continuerà anche nel 2020. Proprio in questi giorni è iniziata la selezione di altri 50 studenti che a gennaio prossimo inizieranno il percorso di 6 mesi per diventare chef o infermieri, che comprende anche un corso intensivo di inglese.

A sostegno dell’iniziativa nel corso della serata di presentazione è stata organizzata anche un’asta benefica, il cui ricavato è stato poi interamente devoluto alla raccolta fondi del progetto Babingtons for Darjeeling.

In realtà tutti però possono contribuire sin da subito alla causa, infatti sono stati selezionati anche alcuni prodotti Babingtons – disponibili alla vendita online e in shop – che per tutto il prossimo anno saranno contrassegnati con il bollino rosa CSR (Corporate Social Responsibility): attraverso l’acquisto di questi prodotti, dal tè al libro di ricette per l’Afternoon Tea, chiunque potrà dare il proprio contributo ed entrare a far parte attivamente di questo bellissimo e importante progetto.

Info utili

Babingtons

Piazza di Spagna, Roma

Sito

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