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Decreto di Natale & Ristorazione: Ecco i codici ATECO ammessi per richiedere i contributi a fondo perduto

Il Consiglio dei Ministri, riunitosi venerdì 18 dicembre 2020 a Palazzo Chigi sotto la presidenza di Giuseppe Conte, ha fissato nel nuovo “Decreto Natale” sia restrizioni più severe per gli italiani nel periodo delle festività, sia, al fine di sostenere gli operatori dei settori economici interessati dalle nuove misure di contenimento, nuovi contributi a fondo perduto. Capiamo insieme quali e quali siano i codici ammessi. A chi è rivolto, a quanto ammonta il ristoro e come averlo.

Il periodo delle festività natalizie subisce le conseguenze di una pandemia che non accenna a rallentare. Un nuovo decreto legge, nuove misure costrittive, chiusura pressoché totale delle attività economiche e della ristorazione, per questo nostro settore, già minato dalla pandemia, sono previsti nuovi ristori.

Oltre a dividere l’Italia in zona rossa e arancione a seconda dei giorni festivi, prefestivi e non (qui trovate la sintesi di tutte le misure pubblicate in Gazzetta Ufficiale, dagli spostamenti alle attività che chiudono), il Governo prevede anche in questo caso un contributo a fondo perduto da destinare all’attività dei servizi di ristorazione costrette alla chiusura a causa del decreto.

Al fine di sostenere gli operatori dei settori economici interessati dalle misure restrittive, viene riconosciuto un contributo a fondo perduto nel limite massimo di 455 milioni di euro per l’anno 2020 e di 190 milioni di euro per il 2021.

Contributo a fondo perduto, a chi spetta

A chi? A favore dei soggetti che, alla data di entrata in vigore, cioè al 19 dicembre 2020, hanno la partita IVA attiva e dichiarano di svolgere come attività prevalente una di quelle riferite ai codici ATECO previsti nel decreto stesso (l’elenco lo trovate al fondo dell’articolo).

Spetta esclusivamente a chi ha già beneficiato del contributo a fondo perduto previsto nel decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, che non abbia restituito il ristoro. Inoltre, il contributo non spetta ai soggetti che hanno attivato la partita IVA a partire dal 1° dicembre 2020.

A quanto ammonta il ristoro e come averlo

Il ristoro è corrisposto direttamente dall’Agenzia delle entrate mediante accredito diretto sul conto corrente bancario o postale sul quale è stato erogato il precedente contributo.

L’ammontare del ristoro è pari al contributo già erogato in precedenza. In ogni caso, l’importo del contributo non può essere superiore a 150mila euro.

Ai fini dell’immediata attuazione delle disposizioni, il Ministero dell’economia e delle finanze, dove necessario, può disporre il ricorso ad anticipazioni di tesoreria, la cui regolarizzazione è effettuata con l’emissione di ordini di pagamento sui pertinenti capitoli di spesa.

I codici ATECO ammessi ai ristori

codici ATECO ammessi ai ristori sono quelli afferenti al numero 56 e relativi alle attività dei servizi di ristorazione, e più specificatamente:

  • 561011: ristorazione con somministrazione
  • 561012: attività di ristorazione connesse alle aziende agricole
  • 561020: ristorazione senza somministrazione con preparazione di cibi da asporto
  • 561030: gelaterie e pasticcerie
  • 561041: gelaterie e pasticcerie ambulanti
  • 561042: ristorazione ambulante

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