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Scarpetta approda a Roma portando la Grande Mela nella Città Eterna

scarpetta roma

Da New York a Via Veneto, Scarpetta sbarca nella Capitale con i suoi tipici spaghetti e alcune incursioni gastronomiche made in USA.

In un gioco divertente di rimandi senza fine Scarpetta porta l’Italia a New York (e non solo) per poi tornare indietro e darci una panoramica di chi siamo a tavola, fuori casa e nel mondo. “With international outposts in Tokyo and Doha, Qatar, Scarpetta, this Italian restaurant near Gramercy Park owned by John Meadow’s LDV Hospitality, has moved into a stately room in the Ambasciatori Palace hotel, in Rome. Most of the menu is Italian […]” così scrive sul New York Times Florence Fabricant a maggio, prima ancora che a Roma si diffondesse la notizia dell’apertura del ristorante all’interno dell’InterContinental Rome Ambasciatori Palace.

Oltre ai locali citati dalla Fabricant (Tokyo, Dhoa, Quatar) gli altri Scarpetta sono a Londra, Hamptons, Philadelphia, Las Vegas, New York City e da maggio appunto, anche a Roma, nel cuore di una Via Veneto che torna negli ultimissimi anni a splendere grazie alle tante nuove aperture – e ristrutturazioni – di hotel e di ristoranti.

L’InterContinental

Ma andando per gradi diciamo che le anime food&wine dell’InterContinental sono tre, si parte da Anita Lounge & Bar un ambiente dal respiro anni ’30, moderno, elegante, perfetto per una sosta prima di recarsi a cena, si passa poi allo splendido rooftop dell’Hotel, il Charlie’s bar, dove la mixology di pregio del bar manager Lorenzo D’Agostino sposa la grandezza dei tetti di Roma e la cura di un ambiente jungle e sofisticato sia per l’aperitivo che per il dopocena. Il viaggio prosegue poi da Scarpetta, dove la squadra è composta da Samuele De Luca, esplosivo restaurant manager con esperienze internazionali in gruppi importanti, e da Riccardo Ioanna lo chef che ha viaggiato fino a New York per riportare a Roma i segreti della cucina italiana più cool all’estero.

Il locale ha la tipica atmosfera newyorkese con luci soffuse e un ambiente glamour di divanetti e tavoli più privé con sedute in velluto scuro.

La proposta gastronomica di Scarpetta

Per quanto riguarda la proposta gastronomica di Scarpetta, si parte dal cestino del pane che, oltre a due fette di una varietà alla farina di segale e una focaccia alle zucchine, presenta una curiosa ricetta italoamericana nata nel 1950 dopo l’uscita del film di Roberto Rossellini, con la meravigliosa Ingrid Bergman come protagonista, Stromboli. Questa pizza che dal film prende il nome ha molte varianti ma quella di Scarpetta è rigorosamente con salame, scamorza affumicata, pomodorini rosmarino e aglio, a testimoniare, quest’ultimo, che ha ancora molto da dire a tavola – come nel piatto simbolo della serata. Il cestino del pane è accompagnato da burro mantecato, olio agrumato e salsa di melanzane e pomodori.

Gli antipasti ci portano lontano dall’Italia, da un lato abbiamo una carne giapponese Wagyu di gradazione A5, dunque pregiatissima dal sapore ricco e burroso, servita con riduzione di dragoncello e pane soffiato (il piatto è presentato sotto una cloche che trattiene il fumo dell’affumicatura e viene servito su una tavolozza chic di sale rosa dell’Himalaya), accanto a un intramontabile Cocktail di gamberi con salsa speziata e ingrediente segreto. Il Cocktail di gamberi, la cui origine non possiamo dare come certa, cominciò a diffondersi verso la fine degli anni ’50 in quel di Las Vegas. A portarlo lì ci pensò un italoamericano ovviamente, tale Italo Ghelfi, che custodiva la ricetta nata probabilmente per scherzo in un bar del porto di Boston anni prima.

Il primo, protagonista indiscusso delle portate salate è lo Spaghetto (formato chitarra all’uovo) fatto in casa con sugo di pomodori San Marzano e ciliegino, aglio, che si sente e ne siamo felici, parmigiano 32 mesi e una noce di burro. Piatto goloso che il Times all’apertura di Scarpetta New York valutò con tre stelle. Per secondo non può mancare una succosa ribeye marinata come un pastrami accompagnata da un vino rosso tailor made, dal nome La Dolce Vita, presente in tutti gli Scarpetta del mondo.

Il momento più divertente della cena da Scarpetta per noi italiani avvezzi già da bambini ai sapori della pasta al pomodoro però è sicuramente quello dei desserts durante il quale è vietato, severamente vietato, P-R-O-I-B-I-T-O non provare il Cracker Jack Sundae! Un gelato alla vaniglia con caramello salato e popcorn glassati con caramello e arachidi, gli iconici Cracker Jack. Il tutto viene servito nella tipica coppa di vetro a forma di tulipano e che si raggiunge nelle sue golose profondità con l’aiuto di cucchiaino extra-long. Il nome del classico dessert americano deriverebbe da una storpiatura della parola sunday (domenica) giorno di osservazioni religiose durante il quale era vietato compiere attività considerate immorali (vedi le cosiddette Blue Laws), tra queste c’era anche, guarda un po’, quella di mangiare una buona coppa di gelato. I droghieri però, senza perdersi d’animo, hanno pensato bene di ricoprire di sciroppi, panna montata, ciliegie al maraschino e altro le peccaminose palline di gelato che così, nascoste sotto altri strati di dolcezza, potevano evitare di offendere la morale ed essere servite anche la domenica.

Info utili

Scarpetta

Via Vittorio Veneto, 60, 00187 Roma RM

Tel: 06 482 6700

Sito

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