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Al Ruotino: intervista al patron Luigi Seccia

al ruotino

Dopo aver conquistato Napoli, la pizza nel ruoto di Al Ruotino approda a Roma e per l’occasione abbiamo scambiato quattro chiacchiere col patron Luigi Seccia.

Coerenza tra identità gastronomica, estetica e processo produttivo, questi i punti cardine da cui è partito Luigi Seccia, titolare della pizzeria Al Ruotino, che punta a fare della tradizionale pizza nel ruoto un prodotto contemporaneo e riconoscibile.

Dopo l’apertura a Napoli lo scorso anno, Al Ruotino mira a conquistare i palati dei commensali della capitale con la recente apertura in via del Plebiscito (che vi avevamo segnalato in questa mappa di posti da scoprire). Una delle tante chicche all’interno del Mercato Plebiscito, hub enogastronomico immerso nella vitalità del centro storico.

La pizza viene servita nel ruoto basso di alluminio di 30 cm di diametro come si faceva una volta, il tutto accompagnato da un arredo in cui si mescolano tocchi da diner americano e oggetti di modernariato originali. 

Accanto ai grandi classici come la Margherita, la Marinara e la Cosacca, ci sono le pizze signature, tra queste “Al Ruotino”, con pomodoro, salame piccante, miele artigianale al peperoncino e stracciata di bufala ed è ispirata da un ricordo newyorkese, Luigi quale è questo ricordo?

 “Al Ruotino” è una pizza a cui sono molto legato, perché nasce da un ricordo preciso. Durante un viaggio a New York, ho assaggiato per la prima volta una pepperoni pizza con miele piccante: un abbinamento che all’inizio mi ha spiazzato, ma che mi ha conquistato subito per il contrasto di sapori. Tornato a casa, ho voluto reinterpretarlo con ingredienti della nostra tradizione: pomodoro, salame piccante, miele artigianale al peperoncino e stracciata di bufala. È diventata una delle pizze più amate del menu, e in qualche modo rappresenta bene lo spirito del progetto: partire da un’idea semplice e trasformarla in qualcosa di personale e riconoscibile”.

Quale è la più grande sfida per un ristoratore giovane e motivato come te oggi?

“Costruire qualcosa di solido in un mercato sempre più affollato e veloce, senza perdere identità. Per me la sfida è doppia: non solo offrire un prodotto di qualità, ma riuscire a farlo in modo strutturato, sostenibile e replicabile, come un vero progetto imprenditoriale”.

Prevedete altre aperture?

Sì, è nei piani. Roma è il nostro banco di prova dopo Napoli: due città complesse, con pubblici diversi, ideali per testare la tenuta del format. L’obiettivo è crescere ancora, ma sempre con coerenza”.

Quali farine utilizzate e quali le tecniche di lavorazione dell’impasto?

“Utilizziamo un blend di farine selezionate, principalmente tipo 00 e tipo 1, che ci permette di ottenere un impasto ben equilibrato tra leggerezza e struttura. La lievitazione è di almeno 24 ore, seguita da una doppia cottura: la prima a 300°, la seconda a 360°. Questo processo è stato messo a punto per garantire una pizza nel ruoto che sia croccante fuori e morbida dentro. Il risultato è una pizza che conserva la fragranza e l’autenticità della tradizione, ma con la precisione e la cura di un laboratorio contemporaneo”.

Quale è la differenza sostanziale tra una pizza servita nel ruoto e quella nel piatto?

“La nostra pizza viene cotta e servita direttamente nel ruoto d’alluminio da 30 cm, proprio come si faceva una volta nelle case napoletane. La differenza è netta: il ruoto permette una doppia cottura prima a 300°, poi a 360° che dona alla pizza una base croccante e un interno soffice, quasi scioglievole. Il ruoto, quindi, non è solo un contenitore: è parte attiva nella cottura, perché aiuta a trattenere calore e umidità, regalando quella fragranza che sa di forno domestico, ma con una resa professionale e costante”.

Info utili

Al Ruotino

Via Cesare Battisti (angolo Piazza Carità), 17 – Napoli

Via del Plebiscito, 104 – Mercato Plebiscito – Roma

Sito

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