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Fake news: il vino non previene la diffusione del Coronavirus

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L’associazione Assoenologi diffonde una fake news, ma l’alcool non aiuta nella pandemia

È vero, il virus non si propaga nel vino essendo alcolico, ma berlo non aiuta a prevenire la diffusione del virus. Eppure qualche giorno fa Riccardo Cotarella ha fatto uno scivolone epocale, che sarà ricordato per molti Vinitaly: “un consumo moderato di vino, legato al bere responsabile, può contribuire a una migliore igienizzazione del cavo orale e della faringe, area, quest’ultima, dove si annidano i virus nel corso delle infezioni”.  Questi consigli sono da prendere “con la dovuta prudenza, per il fatto che si tratta di un virus nuovo”. Però voi bevete vino che aiuta, si legge nel comunicato distribuito alla stampa di settore e subito diffusa. Un’affermazione che è rimbalzata sui social di tutto il mondo e, immediatamente, brutalmente smentita.

Non c’è nessuna prova scientifica di quest’affermazione, per la disinfezione ci vuole ben altro –  spiega Riccardo Gatti, direttore del Sert dell’Ospedale Santi Paolo e Carlo di Milano – è vergognoso divulgare un concetto che aumenta la confusione, spingendo le persone a consumi inutili e non positivi per la salute”.

Secca anche la risposta di Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto ortopedico Galeazzi e ricercatore di Igiene generale ed applicata all’Università degli Studi di Milano: “È un’affermazione da condannare assolutamente: non si può pensare una cosa del genere. Per la disinfezione ci vuole ben altro”. Insomma, concludono gli esperti in tono sarcastico: “Sarebbe come dire che chi è ubriaco è sempre sano e non prende infezioni”.

Il presidente di Assoenologi non ha replicato, d’altronde la smentita è stata fatta persino dal New York Times. Quindi se avete già ordinato una cassa del vostro vino preferito e organizzato un aperichat in streaming, sappiate che i bicchieri che berrete contribuiranno solo al vostro buon umore.

Di seguito, il comunicato diffuso dall’ufficio stampa di Assoenologi.

CORONAVIRUS E VINO: IL PARERE DI ASSOENOLOGI
In merito all’emergenza COVID-19, pervengono ad Assoenologi numerose richieste, da parte
di soci ed altre categorie professionali, afferenti a diversi temi, fra i quali la contaminazione del
vino, la contaminazione degli imballaggi, gli effetti limitanti del vino sull’azione del virus.
Al riguardo, con la dovuta prudenza, per il fatto che si tratta di un virus nuovo, Assoenologi,
dopo un confronto con importanti rappresentanti della comunità medica, rileva quanto segue:

  • la sopravvivenza del virus nel vino appare impossibile in quanto la concomitante
    combinazione della presenza di alcol, di un ambiente ipotonico e della presenza di polifenoli,
    impedisce la vita e la moltiplicazione del virus stesso;
  • assai remota, se non addirittura statisticamente inesistente, appare la contaminazione da
    imballaggi, anche in considerazione della breve vita del virus e dell’assenza di un potenziale
    ospite “biologico” vivente.
  • un consumo moderato di vino, legato al bere responsabile, può contribuire ad una migliore
    igenizzazione del cavo orale e della faringe, area, quest’ultima, dove si annidano i virus nel
    corso delle infezioni.

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