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Famiglia Rana: le tre declinazioni della filosofia di Chef Sodano

Ristorante Famiglia Rana e Chef Francesco Simone Sodano: un binomio che unisce cucina tradizionale e d’avanguardia.

Il ristorante Famiglia Rana, una stella Michelin, si trova all’interno dell’oasi naturalistica del Feniletto tra un giardino alberato, un’aia dedicata agli animali da cortile, scuderie con cavalli, un orto biologico e un frutteto. Un profondo restyling ha reso il ristorante ancora più aderente alla filosofia della famiglia Rana che è quella di ricreare un luogo dove sentirsi accolti come in un salotto di casa, con arredi in legno molto caldi, luci soffuse e musica soft.

Lo chef Francesco Simone Sodano

Francesco Simone Sodano, classe 1988, è nato a Somma Vesuviana (NA). Ha avuto esperienze gastronomiche presso cucine stellate, ultima delle quali quella di Faro di Capo d’Orso, a Maiori, sulla Costiera sorrentina (1 stella Michelin), di cui è stato head chef. Ha accresciuto la propria capacità sotto la guida di Oliver Glowig e Antony Genovese, e ha sviluppato un proprio concetto di cucina contemporanea e avanguardista.

Al Ristorante Famiglia Rana porta la sua visione originale del territorio e delle materie prime locali, unita alla sua storia personale e al suo percorso culinario.

I menù del ristorante

Sono tre i menù degustazione, che uniscono il passato professionale e personale dello chef Sodano al presente del luogo e all’incontro con la Famiglia Rana, in un mix che unisce la componente partenopea dello chef al territorio in cui opera, comprendendo non solo materie prime e fornitori, ma anche cultura locale.

Alla base della filosofia di cucina, la ricerca e l’utilizzo di nuove tecnologie, anche grazie ad un nuovo laboratorio dove lo chef sperimenta, utilizza tecnologie innovative e porta avanti il suo personale concetto di cucina avanguardista.

Il menu principale è “Ricomincio da tre”, ispirato al film di Massimo Troisi, un percorso di 12 portate divise in 6 atti, che sottolinea tappe fondamentali della vita dello chef. Il percorso comprende alcuni dei piatti signature dello chef, come il Porro tra fumo e cenere, ma anche nuove creazioni ispirate alle materie prime locali, come il Risone allo stoccafisso di storione.

Il menù “Contaminazioni” può variare da 6 a 8 portate e unisce le esperienze asiatiche dello chef alle materie prime italiane e locali. La tecnica è applicata alla creatività in piatti come il Cannolo di polpo o la Linguina all’estratto di finocchio e seppia o tra i secondi, Pescato e ricci, in cui ritorna una delle ossessioni dello chef, la frollatura del pesce.

Infine, il menù “Vegetale” è composto da 6-8 portate, e ruota attorno all’orto e ai piccoli produttori, mettendo al centro di ogni piatto verdure e ortaggi. Tra le creazioni, la Bistecca di cardoncello una esplosione di umami, o le Eliche con estratto di zucca, misto di pan brioche e burro nocciola all’alloro. Insieme alla Flora anche la Fauna, abbinando al menu Vegetale elementi di origine animale, in un concetto evoluto di green butchery.

Il punto di vista dello chef Sodano

Quanto c’è di Francesco Sodano in questa nuova apertura?

“Tutto, c’è tutto di me in questa nuova avventura. Piatti provenienti dalla tradizione come coccio e peperoncino verde si intrecciano con piatti frutto dei miei viaggi come il polpo alla gallega. Ci tengo sempre a ricordare che sono di Somma Vesuviana ma non mi limito ai piatti della mia terra ma cerco sempre di seguire una cucina all’avanguardia, innovativa.”

 Chi è il tuo mentore?

“Ho avuto molti validi maestri ma se devo dirne uno, dico Anthony Genovese. È lui che mi ha insegnato davvero a cucinare, a sentire un pezzo di carne, a sentire l’elasticità dei tessuti connettivi. Anthony è un cuoco che cucina ancora davvero, rispetto a molti altri.”

Provieni dalla Riviera, ma che piatti ci sono in carta che ricordano questo nome?

“Sicuramente direi il Coccio al peperoncino verde piatto della costiera amalfitana, il luogo dove mi sono formato da piccolo e che qui ho trovato come somiglianza di colori con la montagna che finisce in acqua come sul lago di Garda. E anche lo spaghetto vongole con estrazione di prezzemolo.”

Pregi e difetti di Francesco?

“Testardo, permaloso, con una vena molto creativa (ma questo è sia pregio sia un difetto). Francesco è un ragazzo di cuore e riesce a fare squadra. Credo di essere un leader sensibile e talentuoso.”

Cosa vorresti dire ai giovani che vogliono diventare chef?

“Dico ai giovani che è necessario rimboccarsi le maniche, fare tanti sacrifici. Noto che spesso i giovani sono spessi attratti dal fattore televisivo e dalla notorietà. Ma bisogna lavorare molto, magari anche 14 ore in cucina e non è comunque semplice riuscire a sfondare. Però con il lavoro e il talento anche se è dura, è possibile. Però il talento o lo hai o non lo hai …”

Qual è il futuro della ristorazione gourmet? 

“Non penso che sia finita l’esperienza della cucina gourmet, ci sono sempre sia clienti sia chef sognatori che ammirano questo segmento di ristorazione e vogliono continuarlo e prenderne parte. Però c’è anche da dire che vedo avanzare una nuova concezione che si concentra sul casual dining, una cucina senza fronzoli e obblighi formali. Credo che saranno meno i ristoranti gourmet a sopravvivere per una questione di gestione. Un futuro lo vedo all’interno di grandi hotel o nella creazione di flag ship restaurant. Vedo anche altri elementi da tenere in considerazione, tra cui la mancanza di personale: dopo la pandemia covid c’è maggiore richiesta di tempo libero per le attività personali, una richiesta di una maggiore qualità della vita. E quindi anche sul lavoro è importante fornire benefit come appartamenti per i dipendenti, dove ognuno ha la sua camera, con anche servizio biancheria.”

Info utili

Ristorante Famiglia Rana

Via Feniletto, 2

37050 Vallese di Oppeano

Verona

+39 045 713 0047

info@ristorantefamigliarana.it

SIto

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