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Il Cilento e la nuova passione per l’Aglianico biologico

aglianico

Il Cilento, che non smette di sorprendere, oggi splende anche grazie a Belrisguardo. L’azienda vitivinicola che produce Aglianico. E vuole farlo bio.

L’azienda agricola e vitivinicola Belrisguardo ha preso un impegno. Produrre vino biologico per interpretare al meglio il carattere delle uve e della terra del Cilento. Criteri produttivi di estrema qualità, a partire dai vitigni autoctoni impiantati esclusivamente su terreni di proprietà. Una produzione che ha mirato al regime biologico come unico obiettivo possibile. Tutela dell’ambiente e della biodiversità a Paestum in provincia di Salerno. Siamo in pieno Cilento. Suolo argilloso quanto aspro. Da diserbare a vangatura e concimare organicamente. Uva e potatura come da disciplinare Igt di zona, limitando l’uso di zolfo, rame e metabisolfiti. Insomma, un insieme di criteri  che colmano di gioia i marcatori di biodiversità utilizzati nei vigneti.

Il borgo

Bellosguardo è un piccolo borgo che conta meno di mille abitanti. Nel cuore del Parco Nazionale del Cilento e fino alle pendici dei monti Alburni. Tra i torrenti Fasanella e Pietra che si trasformano nel fiume Calore. Quasi a 600 m sul livello del mare, Belrisguardo (o Bellosguardo) si chiama così perché gode di un panorama mozzafiato. Ed è noto tra i ‘food lovers’ per la sagra dell’Uva di inizio dicembre e quella della Sfogliatella, ultima decade di settembre.

L’azienda

L’idea arriva dal giovane professore di latino Roberto Fusco. Sfida ambiziosa ed eroica, quella di avviare una coltivazione a regime biologico, per valorizzazione i vitigni autoctoni della zona. Il resto avviene grazie all’incontro con l’enologo Marco Moccia, grande appassionato di uve Aglianico. Parte così la sperimentazione fatta di investimenti importanti e attese vibranti. Dal 2014 ad oggi, Belrisguardo ha catapultato il sapere contadino in una dimensione di viticoltura all’avanguardia. Poche bottiglie, di gran pregio.

Aglianico Belrisguardo

Aglianico in purezza, biologico, Igp 2016. L’affinamento conta tre momenti: passaggio nei serbatoi di acciaio, poi barrique di rovere francese per 18 mesi, infine in bottiglia per almeno 8 mesi.  Il Barolo del sud. Vitigno antichissimo, di grandissima concentrazione, struttura e mineralità. La vinificazione inizia con la vendemmia intorno alla prima decade di ottobre. Segue la pigiatura, entro trenta minuti dal taglio dell’uva per evitare processi di fermentazione, infine una macerazione tra i sette e i venti giorni. Color rosso rubino, impenetrabile. Sfumature violacee. Profumo intenso di frutti bosco e amarena. Un vino longevo che può evolvere in percorsi speziati, con fiori appassiti e tostature che ammorbidiscono un tannino di base scorbutico. Sorso pieno, imperante, persistente. Va lasciato ossigenare e servito ad una temperatura di 18 gradi. Si abbina con naturalezza a carni rosse, selvaggina e formaggi stagionati.

Prezzo in enoteca, circa 12 Euro.

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