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“La Strada. Dove il gusto resiste” lo street food secondo Kotaro Noda

kotaro noda

È stato presentato in anteprima a Roma durante l’evento “Nutrire la città. Oltre lo street food”, al MAXXI, in relazione alla mostra “La strada. Dove si crea il mondo”, lo short-doc “La Strada. Dove il gusto resiste” con protagonista lo chef stellato Kotaro Noda.

Il documentario, girato tra Tokyo, Firenze e Roma, vuole essere uno spunto di riflessione sul valore identitario del cibo di strada in un periodo storico in cui si assiste ad un appiattimento delle cucine locali in favore di un’unica cucina globale povera di sapore.

Cibo di strada è un luogo di incontro tra territorio (la strada), la cultura (tradizione) e l’alimentazione (la cucina), nel quale sono intessute storia e tradizioni di un paese e del popolo che lo vive. Ed è proprio al cibo di strada che, nello short-doc, si intreccia la storia di Kotaro Noda. Il risultato è un racconto di immagini e parole che si snoda tra le vie delle città che hanno segnato maggiormente la vita personale e professionale dello chef.

Giapponese d’origine e italiano di adozione, lo chef incarna proprio l’incontro tra due culture, tradizioni e cucine molto diverse e lontane tra loro.

Prima di tutto Tokyo dove Noda è l’executive chef del ristorante Faro. La città giapponese è raccontata in un duplice aspetto: la parte nuova, con le luci e i grandi grattacieli e la parte autentica, dove si possono ancora trovare gli odori e i sapori di una volta. Qui, Kotaro Noda ricorda la sua prima esperienza come lavapiatti all’interno di un ristorante e racconta della sua nuova idea di cucina (e di street food), di derivazione tutta italiana, sana e fatta di materie prime selezionate e stagionali, nel rispetto della natura.

Lo short-doc continua a Firenze, altra città cara allo chef con le sue piazze e lo straordinario lampredotto, simbolo dello street food sano e genuino. “Per me – racconta Noda – l’odore di Firenze è il lampredotto. È il punto di riferimento della città. A qualsiasi ora vengono a mangiare il lampredotto, non solo per riempire la pancia ma per divertirsi. Nella la pentola c’è una storia. La storia di Firenze”. 

Per finire, Roma, città d’adozione di Kotaro Noda. La Capitale è la sede del suo Bistrot 64, dove propone una cucina tradizionale italiana ma rivisitata. “La mia identità, la mia cultura, il mio passato stanno nel piatto. Nel cibo non esiste razzismo”. Non si tratta però, secondo lo chef, di cucina fusion. L’incontro tra le culture, con il tempo diventerà tradizione di un quartiere di Roma. “La cucina contemporanea di ora, tra qualche anno non sarà più contemporanea. Diventerà tradizione oppure scomparirà del tutto e ci sarà una nuova cucina contemporanea”.

La strada. Dove il gusto resiste” fornisce quindi un realistico spaccato sulla nuova cultura gastronomica che sta nascendo nelle strade delle nostre città, sempre più luoghi d’ispirazione delle neo identità cosmopolite e multiculturali che resistono all’omologazione di un mondo tutto uguale e insapore.

 

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