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Storia moderna del vino italiano

E’ il titolo del libro-ricerca di Walter Filiputti (Skira Editore): 500 pagine e centinaia di splendide immagini per descrivere il meraviglioso luoghi, uomini ed evoluzione del vino italiano negli ultimi 50 anni

“Storia moderna del vino italiano”, edito da Skiro, è il titolo del volume curato da Walter Filiputti che attraversa, con la precisione di un saggio e la passione di un romanzo, le vicende che hanno fatto del nostro vino uno dei più importanti ambasciatori del Made in Italy nel mondo. Un viaggio che esplora i territori, racconta i personaggi e le famiglie che hanno contribuito a fare la storia del Vigneto Italia, descrive le etichette che sono entrate nel gotha della viticoltura.

Dagli anni ’60 agli scenari attuali, dal Rinascimento del vino alle nuove sfide della sostenibilità e dei mercati internazionali, “Storia moderna del vino italiano” è un’opera complessa che si divide in tre parti.

La prima è dedicata al Rinascimento del vino italiano e mostra, da vicino, gli uomini che con le loro idee e la loro passione hanno cambiato la storia e la fisionomia delle nostre vigne. In più, un focus sui mercati internazionali e la cucina italiana nel mondo.

La seconda parte tratta dell’innovazione, dalle DOC a Vinitaly, dalla chimica al biologico, dal concetto di terroir alla necessità di una formazione viticola ed enologica.

La terza parte inizia con un viaggio attraverso la geografia e i paesaggi delle viti nel nostro Paese e prosegue con una cronistoria, divisa per decennio, dal 1960 al 2010, delle eccellenze del vino italiano, dedicando una scheda alle aziende più rappresentative. Il testo termina poi con le novità legate all’architettura delle cantine.

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L’AUTORE WALTER FILIPUTTI

Ex vignaiolo, enomanager, wine maker e sommelier, attualmente docente universitario presso la facoltà di agraria di Milano.

Figlio di due ristoratori, cresciuto nell’osteria di famiglia (Da Germano,  che con la sua gestione diventò poi Trattoria da Germano, considerata da Luigi Veronelli nel 1977 il miglior ristorante d’Italia) la passione per il buon vino l’ha ereditata e nobilitata.

Così racconta la genesi del suo saggio: «L’idea mi venne mentre tenevo una lezione per il corso di Linguaggio e Comunicazione sul Vino. Volevo scrivere un testo che fosse una bussola per tutti i cultori della materia e, soprattutto, per i giovani. Il vino italiano, infatti, ha bisogno di loro per rinnovare il sogno. Conoscere il nostro passato ed esserne orgogliosi per prepararsi alle sfide del futuro. Diceva Bernardo de Chartres che siamo come nani sulle spalle dei giganti e io condivido e applico questo suo pensiero al settore vitivinicolo. Con questo libro volevo inoltre fornire il mio personale tributo a chi – Veronelli in primis – ha realmente fatto la storia del vino nel nostro Paese».

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