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Dejavu: Centocelle riparte con la cucina della memoria

dejavu

È da tempo uno dei quartieri enogastronomicamente più in fermento di Roma e giorno dopo giorno si conferma meta prediletta per gli amanti della buona tavola. Stiamo parlando di Centocelle che inaugura la stagione estiva con una nuova realtà incentrata sui prodotti etici del territorio e sulla cucina della memoria: Dejavu.

Centocelle si conferma, anche questa estate, un quartiere romano in grande fermento enogastronomico. Tante sono le insegne che hanno iniziato a brillare agli angoli delle strade negli ultimi anni. Alcune anche di grandissima qualità. Ne è un esempio l’ultima scoperta che abbiamo fatto. Si chiama Dejavu ed è un piccolo locale in via dei Gelsi.

Un piccolo dehor (che sarà attivo anche in inverno) accoglie la clientela all’entrata. Superata la soglia, un grande bancone bar si apre agli occhi, occupando la maggior parte dell’ambiente, arredato con tavoli in ferro e pareti color lavagna impreziosite da boiserie in legno e scaffali ricolmi di bottiglie di vino.

Accogliente, informale e dallo stile un po’ industrial ma con un tocco vintage, Dejavu è la location ideale per una cena o un aperitivo in compagnia. A gestire la sala e la cucina, i due proprietari, coppia anche nella vita privata, Orietta e Moreno. Lei, ex infermiera e sindacalista, ora si destreggia con abilità e grande sapienza ai fornelli mentre lui, con alle spalle importanti esperienze nei ristoranti del Massenzio, del D’Azelio e dell’Hilton, dirige la sala e la cantina con savoir faire e competenza.

Dejavu: la filosofia

Dejavu è l’espressione del loro impegno nella ricerca delle materie prime di qualità, frutto di tanti viaggi alla scoperta dei territori, con un occhio sempre rivolto all’impegno sociale e alla tradizione. Tutti i prodotti utilizzati in cucina, infatti, provengono da piccoli allevatori e artigiani. Molti di essi provengono da zone terremotate, da territori confiscati alla mafia o da ambienti in cui lavorano persone fragili. Alcuni sono prodotti di nicchia, poco conosciuti o poco diffusi, vitigni dimenticati e ritrovati, materie prime ben radicate nella storia gastronomica dei territori rurali ma poco valorizzati nelle grandi cucine di città.

La proposta gastronomica

Dejavu significa letteralmente “già visto”. E’ un fenomeno psichico che consiste, attraverso il contatto causale con oggetti o luoghi, nel ritorno alla memoria di situazioni già vissute, appartenenti al passato e all’infanzia.

Ed è proprio dall’infanzia che Orietta parte per creare i suoi piatti. La volontà è quella di rievocare, boccone dopo boccone, i sapori di una volta ma con un pizzico di creatività.

Un esempio è il sushi di carne, perfetto come antipasto o per accompagnare un calice di vino durante l’aperitivo. Ottimo quello signature con manzo italiano, olive taggiasche, capperi, tabasco e cetriolini così come il Cipolla Cipolla e il Bomba Calabrese con N’duja di Spilinga, crema di cavolo e pancetta Abbruzzese croccante.

In menu troviamo anche le tartare, realizzate con carne proveniente dall’allevamento La Bottega del Macellaio di Casalvieri, e i carpacci. Ma anche bruschette con lardo o con gorgonzola, cioccolato, miele e noci.

Menzione a parte meritano gli involtini primavera. Tipici della tradizione gastronomica orientale, qui sono riproposti con i sapori tipicamente romani e vengono accompagnati da una golosissima salsa alla carbonara. Quest’ultima perfetta anche per fare la scarpetta!

Un ritorno ai pranzi della domenica in famiglia sono i ravioli di ricotta accompagnati da una corroborante salsa al pomodoro “della nonna”.

Fiore all’occhiello, però, sono i taglieri misti di salumi e formaggi. Un tripudio di sapori, raccontati alla perfezione dai due padroni di casa. Tra una fetta di prosciutto crudo e una di salsiccia di maialino brado di Norcia e una, straordinaria, di lombello, ascoltare i loro aneddoti sulle visite alle aziende produttrici stuzzica non solo il palato, ma anche la mente. Imperdibili i formaggi come la Marzolina, presidio Slow Food, e il Conciato di San Vittore, così come il Pecorino ai Bronzi di Casa Lawrence realizzato con latte ovino crudo.

Capitolo dolci. Orietta li realizza esclusivamente senza lattosio, con prodotti di stagione e frutta fresca. Noi abbiamo assaggiato un Bellini al cucchiaio davvero buono. Perfetta conclusione di un pasto difficile da dimenticare.

La proposta beverage

Ampia e variegata la carta dei vini che comprende etichette, prevalentemente italiane, convenzionali o naturali, provenienti da piccoli produttori che prediligono la qualità alla quantità. Tra quelli che abbiamo provato un ottimo Langhe Nebbiolo DOC della Cantina Morra Gabriele, un rosso molto persistente e avvolgente, e Gramé de Il Vecchio Poggio, un bianco laziale realizzato con Malvasia di Candia e Trebbiano, fresco e aromatico.

Per quanto riguarda le birre alla spina, la scelta è ricaduta sul km0. Dejavu è infatti il brand ambassador del birrificio Trappista delle Tre Fontane che sorge all’interno del Monastero di via Laurentina dove si producono liquori e birre ad alta fermentazione con le ricette autentiche dei monaci.

Info utili

Dejavu

Via dei Gelsi 1/b, Roma

Telefono: 328 123 3102

SIto

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