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Il territorio va in etichetta: il Consorzio Chianti Classico presenta le sue UGA

chianti classico

Il Consorzio Chianti Classico ha presentato, in un tuour che ha toccato varie città tra cui Napoli e Roma, il progetto UGA, Unità Georgrafiche Aggiuntive. Vi spieghiamo di cosa si tratta.

Per definire la personalità di un vino è fondamentale avere a disposizione un vitigno che ne senta il suolo e ne percepisca l’essenza. Per il Chianti Classico, a ricoprire questo ruolo è il sangiovese, la cui natura camaleontica, lo rende di una ricchezza infinita.

Questa importante diversificazione tra le molteplici zone, diventa un grande vantaggio enologico con il progetto Unità geografiche aggiuntive (U.G.A.) approvato dall’assemblea dei soci del Consorzio Vino Chianti Classico (485, di cui 342 aziende imbottigliatrici) a giugno 2021. Oltre infatti al celebre simbolo del Gallo Nero, l’etichetta del vino Chianti Classico, si arricchisce di un dettaglio che aiuterà il consumatore a legare quel vino a un territorio ben specifico.

“Il vino rispecchia il terroir ed è importante sia preservare il suo contesto ambientale e paesaggistico che poterlo raccontare al consumatore, nelle varie sfaccettature, anche attraverso l’etichetta”, commenta il Presidente del Consorzio Chianti Classico Giovanni Manetti durante la presentazione a Napoli, nella cornice di Palazzo Caracciolo.

L’areale geologico del Chianti è infatti un’estesa porzione collinare a cavallo delle province di Firenze e Siena, racchiusa tra il Valdarno est e la Valdelsa a ovest; a nord è toccato dal fiume Elsa mentre a sud dall’Arbia e dall’Ambra. Territorio unico di 70.000 ettari, coperto per due terzi da boschi e con solo un decimo di areale dedicato alla viticoltura come illustrato da Paolo De Cristoforo.

La grande eterogeneità del suolo ha orientato alla suddivisione di 11 U.G.A. identificate dal Consorzio, ognuna in grado di offrire al sangiovese la possibilità di essere testimone della sua differenza.

U.G.A.

Castellina, il paese più freddo dell’intero Chianti caratterizzato nelle aree più elevate da roccia mentre nelle parti più basse, da argilla e profondità, Gaiole, il cui capoluogo si trova al centro di una conca è caratterizzato da un’alta concentrazione di alberese, mentre a Radda il galestro incontra l’alberese con inserzioni di argilla.

Castelnuovo Berardenga è ai piedi delle ultime propaggini dei Monti del Chianti e si contraddistingue con presenza di “tufo senese” costituito in prevalenza da sabbie plioceniche, Greve, invece, ha la maggior parte dei vigneti concentrata sui versanti collinari il cui terreno è argillo-calcareo. I suoli di Lamole derivano unicamente dalla formazione del Macigno cioè un’arenaria non calcarea, caratterizzata da elevate percentuali di sabbia, mentre Montefioralle dal punto di vista geologico ha come formazioni prevalenti alberese e pietraforte.

Panzano e San Casciano sono contraddistinti da un terreno di matrice galestica, mentre i suoli di San Donato in Poggio sono molto complessi e insistono nel galestro con inserzioni di alberese, depositi marini e strati più sabbiosi di arenaria. Infine Vagliagli è caratterizzato daaree collinari che hanno formazione geologica derivata da galestro, alberese e arenaria.

Una singolarità e diversità di terreni che, così rafforzata, consente di far emergere il genius loci autoctono di ogni unità geografica aggiuntiva, avvicinandola agli Chateau bordolesi o alle menzioni del Barolo.

In una prima fase, le Unità geografiche aggiuntive saranno applicate alla sola tipologia Gran Selezione, con l’apertura all’utilizzo anche per la Riserva e Annata in un prossimo futuro. L’avvalersi delle UGA in etichetta comporterà inoltre l’adozione di un disciplinare di produzione più rigido, come l’utilizzo di un minimo del 90% di Sangiovese (l’attuale disciplinare ne stabilisce un minimo dell’85%), mentre per la parte rimanente, non sarà più consentito l’utilizzo dei vitigni internazionali, ma solamente di quelli autoctoni del territorio del Chianti Classico.

Le degustazioni

In degustazione, gli 11 Chianti Classico Gran Selezione ciascuno proveniente da una della UGA identificate dal Consorzio ha consentito di verificare le peculiarità e le specificità di prodotti che portano in bottiglia le caratteristiche dei terreni e dei suoli, dei metodi di vinificazione e affinamento.

Principe Corsini, Chianti Classico Gran Selezione Don Tommaso 2019 – San Casciano

Splendido rubino, all’olfatto riconoscimenti di viola, mammola, muschio, pirite pepe e tabacco si susseguono in delicati e impalpabili profumi. La struttura è impeccabile: entra in punta di piedi per poi svilupparsi con grinta nel percorso gustativo.

Castello di Querceto, Chianti Classico Gran Selezione La Corte 2019 – Greve

Manto rubino vivace con accenni granato, le prime evidenze olfattive richiamano la prugna, mallo di noce, polvere di caffè. Ingresso al palato garbato, saporito con una buona acidità e tannino amalgamato nella struttura.

Castello di Verrazzano, Chianti Classico Gran Selezione Sassello 2017 – Montefioralle

Rubino intenso e vivo, l’impatto olfattivo è di more e mirtillo, pot-pourri di fiori rossi, mirto e alloro. Ingresso in bocca pieno: la struttura e il tannino ben sostengono struttura e persistenza. 

I Fabbri, Chianti Classico Gran Selezione I Fabbri 2018 – Lamole

Rubino pieno e luminoso, il bouquet è elegante di mammola, giaggiolo e glicine. Seguono ricordi di bacche di ginepro, vaniglia e leggera speziatura. Al palato conferma finezza e precisione.

Fontodi, Chianti Classico Gran Selezione Vigna del Sorbò 2019 – Panzano

Rubino vivace, profumi di prugna, marasca, viola si combinano con sensazioni di sigaro e vaniglia. Acidità e sapidità svolgono un ruolo di primo piano nel bilanciare la beva e prolungare la persistenza.

Castello di Albola, Chianti Classico Gran Selezione Il Solatio 2018– Radda

Brillante carminio, il profilo odoroso si mostra piani piano regalando ricordi di mora e cassis, per poi sciogliersi in fini profumi di foglie di te verde e tabacco.  E’ sapido, scorrevole, agile e con un lunga chiusura.

Castello Di Meleto, Chianti Classico Gran Selezione Vigna Casi 2018 – Gaiole

Rubino luminoso, l’olfatto delinea un profilo di grande eleganza. Iniziali indizi floreali si fondono ad un fruttato integro di corniola, fragolina di bosco, lampone, ribes rosso. L’impatto gustativo è raffinato, pieno e composto, ben equilibrato.

Felsina, Chianti Classico Gran Selezione Colonia 2018 – Castelnuovo Berardenga

Carminio vivace, il naso è concentrato cin intensi profumi di frutti a polpa scura ed evolve su di un floreale di mammola e giaggiolo. Sbuffi in sottofondo di pepe in grani e nuance di tabacco dolce con aliti balsamici. La bocca è voluminosa e tendente alla morbidezza.

Dievole, Chianti Classico Gran Selezione Vigna di Sessina 2018 – Vagliagli

Carminio smagliante, l’incipit olfattivo è di viola, giaggiolo che segnano la strada a riconoscimenti balsamici e speziati. Al palato è brioso e avvolgente con un tannino che non sgomita per imporre la sua presenza nella struttura ma la sostiene senza note amaricanti. S’insaporisce poi di mineralità salina.

Tenuta Di Bibbiano, Chianti Classico Gran Selezione Vigna del Capannino 2019 – Castellina

Rubino che riluce brillantezza, l’impatto olfattivo ricorda qualche tono vegetale seguito da sensazioni di prugna, bergamotto e cacao in polvere. Al palato si apprezza un’ottima combinazione di alcol e tannini che conduce ad una saporita e ampia conclusione.

Castello di Monsanto, Chianti Classico Gran Selezione Vigneto Il Poggio 2018 – San Donato in Poggio

Rubino vivido e lucente, l’olfatto è incentrato su profumi di viola, frutti di bosco, pepe e geranio. Il sorso è caratterizzato da un ricco estratto fruttato, coerente negli aromi retrolfattivi, conclude con una sapida persistenza. Note scure di frutta, di spezie e di incenso. In bocca è largo, ampio e salmastro.

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