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Vino

Castello di Corbara: il vino secolare del Fiume Tevere

È qui che sorge una azienda agricola di tradizione secolare. Si tratta dell’azienda vitivinicola “Castello di Corbara” che, distesa tra Orvieto e Todi, affaccia proprio sul Lago omonimo e ha scelto di valorizzare il Sangiovese, già storicamente presente dagli anni 70 in questa zona.

Il Lago di Corbara è un bacino artificiale, realizzato con lo sbarramento del fiume Tevere nei pressi dell’abitato di Corbara, in Provincia di Terni. Il lago occupa una splendida valle che si apre a partire dalle gole del Forello. E nel settore meridionale sono presenti piantagioni di ulivi e vigneti di grande interesse.

È qui che sorge una azienda agricola di tradizione secolare. Si tratta dell’azienda vitivinicola “Castello di Corbara”, che, distesa tra Orvieto e Todi, si affaccia proprio sul Lago di Corbara.

All’epoca romana, qui sorgeva il Porto di Pagliano e il fiume Tevere veniva utilizzato per il trasporto delle merci, tra cui il vino. Il ritrovamento di anfore e altri oggetti per la produzione del vino testimoniano il ricco patrimonio vinicolo esistente in questi luoghi.

Il Castello risale al 1292 e fu la residenza abituale della famiglia Montemarte, Conte di Corbara fino alla fine dell’800 quando divenne di proprietà della Banca Romana.

L’Azienda produceva frutta e ortaggi oltre all’uva e intorno agli al 1950 fu il Gruppo Italiano Vini ad acquisirla, investendo in approfonditi studi del terreno e del microclima, per capire quali vitigni fossero i più adatti per una produzione di qualità.

Il mare salato presente oltre 4 milioni di anni fa, la presenza di terreni vulcanici ma anche argillosi, successivamente di laghi e di sedimenti minerali ma soprattutto la creazione della diga che ha stravolto il microclima della zona, sono stati tutti elementi tenuti presenti dalla Famiglia Patrizi, nuovi proprietari dal 1997 e dall’enologo Franco Bernabei, uno dei nomi di maggior prestigio dell’enologia italiana e non solo.

Oggi Castello di Corbara produce circa 300 mila bottiglie l’anno nei 100 ettari di vigneto coltivati.

L’azienda ricade nella più antica zona prevista dalla DOC Orvieto e può quindi pregiarsi della specifica “Orvieto Classico”. Il termine “Superiore” sta a testimoniare il pregio e la qualità di questa denominazione. Il Grechetto, tradizionale e storico vitigno, si distingue in azienda per la forte e originale personalità. Oltre ad essere presente in maniera preponderante nell’Orvieto, è prodotto anche in purezza. Inoltre, Castello di Corbara è interamente compreso nell’ambito della DOC Lago di Corbara, fortemente voluta dall’azienda che ne è stata promotrice nel 1997. Si è scelto di valorizzare il Sangiovese, già storicamente presente dagli anni 70 in questa zona.

Il primo processo di vinificazione di tutti i vini avviene in acciaio. Successivamente possono essere utilizzate botti di legno di rovere francese, circa 300 barriques, di primo passaggio, media tostatura o botti grandi di rovere di Slavonia.

Degustazione

Piana Grande 2022 Orvieto Classico Superiore

Non potevamo non iniziare con un Orvieto Classico, un blend di Grechetto 50%, Trebbiano 30% e Malvasia Lunga, Verdello e Drupeggio per il 20% rimanente. Due mesi sulle fecce fini in acciaio e 2 mesi in bottiglia. Un vino tipico, esemplare, con note di frutta matura, la cui sapidità lo rende verticale e deciso ma al tempo stesso gli dona struttura ed equilibrio.

Grechetto 2022

Il vitigno a bacca bianca più tipico della zona, lievemente fruttato, deciso, sicuro di sé, che non ammette fronzoli né sensazioni aromatiche. La buona persistenza prepara un finale ammandorlato di grande piacevolezza.

Orzalume 2022

Un bianco di grande personalità, composto da Grechetto al 70% e di Sauvignon per il restante 30%, vinificate separatamente, con fermentazione alcolica e malolattica svolte in barrique nuove. Un vino complesso, non note dolci di frutta esotica matura e di vaniglia. Le sensazioni di spezie dolci lo rendono intrigante. In bocca è avvolgente, pieno e lungo.

Thibris 2020

Iscrizione latina trovata sul Porto di Pagliano, che significa Tevere. 100% Sangiovese, 12 mesi di barrique e 10 di bottiglia per questo vino di cui si producono circa 30 mila bottiglie. Al naso sprigiona sensazioni di mosto, di frutta rossa, di spezie, pepe in particolare e di tabacco. Equilibrato in bocca, con un tannino setoso e una bella persistenza.

De Coronis 2019

Ottenuto esclusivamente da uve Merlot raccolte nell’appezzamento trascritto anticamente come “Villa de Coronis”, corrispondente all’attuale “Podere Corone”. 18 mesi di barrique e 10 mesi di bottiglia. Fiori appassiti e frutta matura le sensazioni olfattive predominanti, a cui sopraggiungono le note speziate. Ricco e avvolgente l’ingresso in bocca, con un tannino morbido e un finale molto lungo.

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