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Errico Porzio sbarca a Roma con il suo format di pizza napoletana Al Solito Porzio

errico porzio al solito porzio

Abbiamo incontrato Errico Porzio in una delle sue pizzerie più famose, quella del quartiere Vomero, a Napoli. Ci siamo fatti raccontare questa scalata a base di farina, passione e piglio imprenditoriale e della nuova apertura capitolina di Al Solito Porzio.

Raggiungiamo Errico Porzio nella Napoli del quartiere Vomero. In quel polo d’eleganza che incrocia Via Scarlatti e Piazza Vanvitelli. “Una zona di passaggio e di passeggio”, non a caso l’insegna della sua pizzeria suggerisce anche “Pizza a portafoglio”. Quella maniera tutta napoletana di mangiare la pizza in piedi, passeggiando. “È una pizza classica ripiegata su sé stessa. Come un portafoglio, appunto. Più piccola del normale, siamo sui 150 grammi di impasto, meno condita per favorirne un morso agile visto che si mangia in piedi. È la pizza storica del centro di Napoli”.

Errico Porzio, perla dopo perla, sgrana tutto il rosario della tradizione napoletana in fatto di pizza. Con vivacità e fuoco sacro negli occhi. Nipote d’arte, di quello storico “Pellone” che in città è un monumento. E ci confessa che da ragazzino, al motorino con gli amici, preferiva osservare lo zio all’opera. E così parte da lontano un’avvincente storia di pizza, tra ricerca, formazione e grande fiuto imprenditoriale.

Errico Porzio: la storia

Torniamo al 1999, quando Errico Porzio inaugura la prima pizzeria nella sua Soccavo, quartiere napoletano dell’area flegrea. Solo asporto e conduzione familiare. Nel 2012, rileva uno spazio attiguo e parte finalmente l’avventura con i grandi numeri. A Soccavo oggi le sue pizzerie trionfano e danno lustro a un territorio offeso da ben altre vicende di cronaca. “Ho avuto il coraggio di restare e d’investire prima di tutto dove sono nato”. Nel 2018 si parte alla conquista di Napoli ed è la volta del Quartiere Vomero, l’area più signorile del capoluogo campano.

Passaggio e passeggio, come dice lui. Eppure, nonostante i lustrini, Porzio è riuscito a rimanere sé stesso, un pizzaiolo che fa la pizza per il popolo. Nonostante le vetrine sfavillanti, lui mantiene il linguaggio di sempre. Tanta ricerca su impasti, cotture e topping, ma estrema semplicità nella forma. Così come nella sua comunicazione: diretta, spontanea. Errico Porzio è cresciuto pensando alla pizza come ad un cibo povero che piace anche ai ricchi, “mentre oggi rischia di diventare un cibo che solo i ricchi si possono permettere”.

Lungo il percorso, fondamentale l’apporto della sua Scuola Pizzaioli Napoletani, all’interno della Multicenter School. Florido vivaio di pizzaioli in erba distribuiti, subito dopo, nelle varie pizzerie del gruppo. Sì perché, quando si tratta di Errico Porzio, le pizzerie non finiscono mai. Nel 2019 apre anche ad Aversa, in una struttura da duecento posti solo all’esterno. Nel 2020 è la volta di Salerno, mentre recente è l’annuncio arrivato in pompa magna: Errico Porzio apre anche a Roma.

Al Solito Porzio a Roma

“Una bella sfida, in un periodo dove si contano più chiusure che aperture. L’inaugurazione si terrà martedì 8 giugno, in zona Arco di Travertino, in via Tuscolana”. Due forni, belli anche da vedere, di cui uno dedicato esclusivamente alla produzione dei prodotti senza glutine. “Abbiamo previsto cento posti interni, cento in terrazza ed ottanta all’esterno”.

Al solito Porzio di Errico”, la pizzeria romana porterà lo stesso nome di quella di Aversa. Nome, tra l’altro, venuto fuori da una sorta di contest sui social (ambito in cui il maestro pizzaiolo si destreggia con evidente successo). Una pizza tradizionalmente napoletana che si inserisce in uno scenario, quello capitolino, sempre più fervido e ricco di sfumature. Errico Porzio si definisce un moderno tradizionalista, “non faccio la pizza canotto, ma nemmeno la classica ruota di carro napoletana”.

Idratazione spinta ed impasto indiretto, con una miscela personale che incrocia tre tipi di farine del Mulino Caputo. La pandemia, per Errico Porzio, si è tradotta in studio e sperimentazione. Oggi l’offerta vanta anche un prodotto senza glutine che, udite udite, si può davvero chiamare pizza. Materie prime regionali, birre comprese. “Sto puntando sulle birre artigianali e lo faccio con due birrifici campani. Voglio che il filo conduttore resti sempre riconoscibile”.

E se gli chiediamo il signature, tra le tante pizze sfornate, lui risponde con un “Poker”. La pizza nata nel 2006, in occasione del Campionato Mondiale di Calcio e dell’indimenticata cavalcata italiana fino alla vittoria finale. Poker perché quattro furono i goal e quattro sono i gusti di questa pizza. “Volevo celebrare la tradizione in quattro spicchi, margherita, salsiccia e friarielli, calzone e montanara fritta”.

Errico Porzio coinvolge e travolge, non si ferma con il corpo e mai con la mente. E come precisa spesso “s’ adda sapé fa’”. Cioè, bisogna saperci fare. Sarà per questo che non vediamo l’ora di assaggiare i primi frutti di questa nuova avventura romana. Un progetto che ha già tutti i connotati della grande bellezza. Nemmeno a dirlo, all’ombra del Colosseo.

Info utili 

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