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L’olio extravergine lo mangi o lo bevi?

olio

In arrivo la nuova produzione che sembra promettere bene

di Piero Parlanti

Dopo due annate difficili questa sembra promettente, avremo oli extravergini buoni, non molto profumati ma con buoni livelli di amaro e piccante anche se la quantità sarà di meno, dobbiamo quindi cercare quello che è giusto per noi con attenzione.

L’olio extravergine lo mangi o lo bevi? È la prima domanda che dobbiamo affrontare nella scelta di un olio.

Prima si “beve”, lo dobbiamo assaggiare, è l’unico modo di capire cosa compriamo e cosa ci possa piacere.

Perché di piacere parliamo, abbiamo già detto tutto sulle qualità dell’olio extravergine, adesso dobbiamo imparare a usarlo.

Basta utilizzarlo come mezzo tecnico, come un lubrificante, adesso dobbiamo godercelo, è buono, piacevole e profumato  E così lo dobbiamo adoperare.

Pomodoro, carciofo, mandorla, erbaceo, addirittura frutti di bosco, sono  i sentori che posso trovare negli olio extravergini. Perché rinunciarci?

Che immenso piacere ci dà una fetta di pane con un bel giro d’olio sopra? Magari una grossa di Cassano (cultivar calabrese) con sentori di pomodoro oppure un Moraiolo toscano con sentori di mallo di noce, mandorla. A voi la scelta.

Scusate non ci avevo pensato, magari non sapete assaggiare? Non sapete come scegliere?

È semplice non vi preoccupate.

Prendete un po’ di olio extravergine, possibilmente in un bicchierino di plastica da caffè, quelli piccolini monouso, se non ne avete prendete un cucchiaio, non siete professionisti e non avete bisogno del bicchierino di vetro blu, siete consumatori: annusate l’olio, deve avere profumi freschi, piacevoli di erba, verdure o frutta (il pomodoro è un frutto), mettiamone un po’ in bocca e stringendo i denti tiriamo in bocca un po’ d’aria nebulizzando così l’olio e valutiamo l’insieme dei suoi sapori e sentori. Dobbiamo avere sempre un po’ di amaro e piccante e sentori del tipo di oliva che compone quell’olio (cultivar).

L’olio extravergine di qualità è un succo di frutta, fresco e piacevole sia al naso che al palato che rispecchia il frutto di provenienza.

Alle fine di questa semplice operazione la bocca deve rimanere pulita, assolutamente non grassa, può sembrare un controsenso ma non lo è. Il palato deve essere pulito, non grasso e con i sentori piacevoli dell’olio. Se non lo è dovete indagare sul perché: probabilmente il vostro olio ha dei difetti.

Avete assaggiato? Giocate con i sentori, abbinate, osate, iniziate dal pane e olio e finite con il dolce.

La risposta alla mia domanda è dunque: l’olio extravergine d’oliva lo MangieBevi!

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