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Chicca Varvaglione e il futuro di Varvaglione 1921

chicca varvaglione

Agricoltura 4.0, biodinamica e contest coinvolgenti. Il futuro dell’azienda vitivinicola Varvaglione 1921 passa attraverso le nuove generazioni e, in particolar modo, Francesca Varvaglione, nuova enologa della cantina a conduzione familiare.

Cosa farò da grande? È un interrogativo che prima o poi tutti ci poniamo, la scelta del domani è forse un po’ più complicata quando si è figli d’arte. Francesca Varvaglione alias Chicca, ha 28 anni, è la terzogenita di Maria Teresa Basile e Cosimo Varvaglione i titolari di Varvaglione 1921, una cantina a conduzione familiare a Leporano in provincia di Taranto.

Francesca recentemente ha conseguito la laurea in Enologia a Udine e affiancherà il papà nella produzione dei vini ma la scelta di seguire le orme non era scontata. “I miei genitori non ci hanno mai obbligati a lavorare l’azienda, siamo stati liberi di scegliere, mia sorella Marzia si occupa dell’area marketing e delle vendite all’estero mio fratello Angelo degli impianti e della sostenibilità – racconta Francesca Varvaglione -. A 18 anni mi piaceva passeggiare tra gli alberelli con mio padre, ho coltivato l’amore per la natura, la vite e la cantina ma quello per il vino non era ancora sbocciato. Quando ho scelto Enologia non era ancora una facoltà alla moda come oggi. La prova che la strada intrapresa era quella giusta l’ho avuta al secondo anno di studi nel corso del tirocinio in una piccola azienda vinicola portata avanti da tre fratelli, una realtà identica alla mia nella quale ero felice”.

Forse Francesca è la più “ribelle” tra i tre, le piace andare controcorrente, decidere di testa sua e mettersi alla prova per rafforzare il carattere. Per imparare il mestiere è stata in Piemonte, Friuli, Napa Valley presso la Charles Krug winery e a breve volerà in Francia per la vendemmia a Saint- Emilion prima di immergersi a tempo pieno nell’attività familiare. Fare esperienza all’estero le ha fatto comprendere il valore della propria azienda e conoscere meglio sé stessa e le proprie capacità. Interfacciarsi con il resto del mondo è fondamentale. Nel 2019 passeggiando tra le vigne in contrada Palumbo a Talsano è arrivata l’intuizione sull’argomento della tesi da scrivere. Ha parlato di biodiversità, resilienza e valorizzazione del patrimonio genetico e sostenibilità.

L’Italia ha un patrimonio genetico variegato, intravarietale che va protetto – ribadisce Francesca Varvaglione. – Maggiore biodiversità equivale a maggiore capacità di affrontare eventuali epidemie, che diversamente farebbero una strage. I più grandi vini al mondo tra cui quelli francesi nascono da vigne affette di virosi ma resilienti. I virus comportano un cambiamento fenotipico della pianta, e che quindi produrrà grappoli con caratteristiche diverse. Le vecchie vigne vanno salvate, per conservare la biodiversità, aumentare la resilienza alle malattie e per produrre vini unici, irriproducibili da nessuna altra azienda”.

Nel vigneto che l’ha ispirata si ottengono uve eccellenti, indipendentemente dall’annata. Per approfondire, quali fossero le caratteristiche del terreno e delle piante hanno fatto una selezione massale e individuato tre biotipi ribatezzatti: biotipo blu, biotipo giallo, e biotipo verde. Il blu presentava un grappolo uniforme con acini grandi e dolci, il giallo presentava un grappolo compatto con acinellatura dolce, ovvero degli acini che non completano il loro sviluppo e rimangono piccoli ma concentrati con la buccia colorata di blu come gli altri acini, molto speziato e minerale.

Il biotipo verde presentava un grappolo spargolo con acinellatura verde, ovvero alcuni acini non completano lo sviluppo e rimangono piccoli e verdi, ed è il più dolce di tutti, con la presenza di questi acinini verdi ricchi di acidità. Coinvolgendo un laboratorio di analisi è stato confermato che la varietà era primitivo e tramite tipologia di analisi detta PCR è stato constatato la presenza di malattie, di virosi, come il legno riccio e l’accartocciamento fogliare.

Invece di eliminarle dalla selezione, producendo grappoli di ottima qualità, sono state utilizzate per raccogliere materiale di propagazione per un nuovo vigneto, sono state innestate a campo aperto e a distanza di due anni sono state fatte tre microvinificazioni. Rispettivamente per il biotipo, blu, giallo e verde. I Risultati dei vini prodotti sono stati eccellenti. Tre vini completamente diversi, perfetti per ottenere poi un unico vino complesso ed equilibrato

I progetti per il futuro

Quale sarà la prossima novità? Francesca è una grande sostenitrice delle tecniche biodinamiche, in futuro firmerà sicuramente una linea tutta sua realizzata con l’impiego dei cavalli in campo, l’altra sua grande passione. L’obiettivo è associare all’agricoltura 4.0 le tecniche biodinamiche adoperando i cavalli di razza murgese, una varietà molto diffusa in Puglia. Da Varvaglione 1921 si utilizzano già tecnologie come le colonnine o i droni per controllare l’andamento climatico e ridurre l’utilizzo di prodotti non necessari nel rispetto dell’ecosistema. A questa metodologia saranno abbinati i cavalli per le pratiche agronomiche più leggere come l’aratura superficiale e la spollonatura per evitare di compattare il terreno e lasciarlo libero di ossigenarsi e favorire lo sviluppo di micorganismi favorevoli per la crescita delle piante.

A Francesca è dedicato Chicca il primitivo dolce, si tratta di un vino fresco e piacevolmente dolce, l’etichetta è stata rinnovata con un progetto di comunicazione fresco, giovane, moderno e molto romantico proprio come Francesca. È stato lanciato un contest durante l’ultimo Vinitaly per selezionare le frasi che diventano parte integrante dell’etichetta rimuovendo la parte adesiva che nasconde il messaggio.

Info utili

Varvaglione 1921

Via Santa Lucia

74020 Leporano Ta

Sito

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