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Pizzerie

Milano, Roma, Formia, Avola: 4 pizzerie Outsider per festeggiare il World Pizza Day

world pizza day

World Pizza Day: da Nord a Sud Italia, quattro indirizzi italiani per celebrare la giornata dedicata a uno dei simboli dell’eccellenza gastronomica Made in Italy.

“DaZero – una cilentana a Milano”

DaZero (Due spicchi nel Gambero Rosso e 23imi in 50TopPizza) è un progetto nato nel 2014 nel Cilento, terra considerata culla della Dieta Mediterranea patrimonio UNESCO. L’idea imprenditoriale si fonda proprio sul legame con la sua terra di origine, ricca di biodiversità e di eccellenze enogastronomiche.

Raccontare il Cilento attraverso una pizza realizzata con farine performanti e condita con prodotti tipici di qualità e presidi Slow Food è lo scopo di questo brand, ambasciatore italiano dei sapori del sole del Sud.

Alla base del menu c’è il rapporto diretto con i produttori locali, la conoscenza delle caratteristiche di ogni materia prima per poi creare una pizza in equilibrio tra gusto e salute: “buono e sano” è infatti il motto del brand.

Per sottolineare questa ottica imprendotoriale, DaZero ha sviluppato anche una linea di prodotti con gli artigiani del territorio (salsa di pomodoro, birra, liquore, origano, salsiccia piccanti) chiamata Incontro.


Dal Vallo della Lucania a Milano, passando per Firenze, Bologna e Torino, lo stile della pizza è di ispirazione napoletana: bordo gonfio, impasto soffice, morso fragrante ed elastico. La lievitazione è lunga quasi due giorni per renderla digeribile, perfetta per fare il bis!


A proposito, la pizza da provare in ogni città del brand è la “Marinara Cilentana” con Pacchetelle di pomodoro, alici di menaica, olive, capperi, aglio, origano “Incontro” e basilico.

180g Pizzeria Romana“: il regno di Jacopo Mercuro

In zona Tor de’ Schiavi è lui il Re indiscusso della pizza romana. Lo è da ormai cinque anni, da quando aprì il suo primo locale, e lo è ancora di più oggi che il suo regno conta ben due punti vendita (un ristorante e uno dedicato all’asporto) e diverse collaborazioni in giro per la città. Tra le sue mani, la pizza romana bassa e scrocchiarella, realizzata con un impasto indiretto con lunghi tempi di fermentazione (e rigorosamente steso a mano), diventa un’opera d’arte frutto di un’idea rivoluzionaria: portare la pizza romana nel futuro.

Nascono così le sue creazioni che spaziano dalle classiche Margherita, Marinara e Napoli alla Pepperoni Pizza (con pomodoro, fior di latte, salame piccante e parmigiano reggiano vacche rosse) e “La Prima” con porchetta, cicoria selvatica ripassata e bufala di Amaseno, passando per la Provola e pepe (pomodoro, provola affumicata, pepe tellicherry e basilico) e la Fiori di zucca, bufala e alici.

Ma il Rinascimento della pizza di Jacopo Mercuro (qui la ricetta della sua pizza in teglia da fare in casa) passa anche attraverso la Carciofi Conciati (carciofi alla brace, bufala affumicata, maionese di carciofi al bergamotto conciato di San Vittore, chips di zucca e basilico rosso) e per la Tuberi e radici con patate alla curcuma, scapece di topinambur, crema di carote laccate al bbq, portulaca e polvere di barbabietola. Capolavori di equilibrio tra gusti e consistenze, dolcezza e sapidità.

Must di questo World Pizza Day: Smashing, una pizza con misticanza, crema di zucca Hokkaido, chutney di zucca e agrumi e peperone crusco.

Pucci & Manella“: a Formia la pizza che educa le nuove generazioni

La sua pizza è un manifesto di genuinità, di identità territoriale ma anche di cultura. Stiamo parlando di Pietro Zannini, maestro pizzaiolo patron di Pucci & Manella a Formia. Lui, da sempre abituato a tuffare le mani nella farina, è riuscito a coinvolgere la moglie e il suocero in un progetto unico nel suo genere: creare una pizzeria etica.

Da qui la ricerca delle migliori materie prime, provenienti da filiera etica, sostenibile e rigorosamente locali oggi elencate sul manifesto dei produttori affisso all’ingresso del locale (che nel 2023 si è aggiudicato il premio del Gambero Rosso per la Migliore pizza dolce). Il risultato è una pizza napoletana moderna, con un cornicione accennato, dal gusto deciso ed estremamente digeribile, frutto di una pre-fermentazione e di una lievitazione lunga, per un totale di trentadue ore.

Oltre alle pizze classiche, in menu si possono trovare le pizze speciali come la “Marinara di Manella” con le alici di Cetara, i pomodori perini di Sperlonga e le olive di Gaeta, o la “Pucci” con capocollio artigianale, scaglie di provolone di Recco, fior di latte e pomodorini semi dry. Non mancano poi le pizze speziali nate dalla collaborazione con lo chef Francesco Apreda come la “Cacio pepe e sesami” con provolone di Recco e ricotta di pecora aromatizzata con lime e menta. Ma la pizzeria di Zannini è anche educativa. Al suo interno, infatti, periodicamente vengono organizzati corsi per introdurre i bambini al meraviglioso mondo della panificazione e a quello della dieta mediterranea con focus sui principi nutrizionali della pizza e sull’importanza delle materie prime.

Da non perdere per il World Pizza Day: la focaccia farcita con puntarelle, mozzarella di bufala, pomodorini semi dry, alici di Cetara e polvere di olive di Gaeta.

Le 100 pizze del “Capriccio di Avola

Paolo Di Pietro è il patron-pizzaiolo di questa Pizzeria ad Avola (SR) che nel giro di due anni si è affermata come nuovo riferimento della Trinacria per i più golosi sostenitori della Pizza generosa e super condita su base fragrante.

Colorata, opulenta, siciliana ma d’impronta napoletana, sopra e sotto l’abbondanza si nasconde la formula del successo de “Il Capriccio”, che risiede nella selezione di ingredienti di qualità a partire dalla farina fino alle tante idee sui condimenti per accontentare più “capricci” possibili

La carta delle pizze de “Il Capriccio” ne annovera infatti più di 100 con tanto di sezione speciale dedicata a quelle al pistacchio, ognuna con un nome divertente tra cui spicca, per gradimento e richiesta, una “Regina” con bordo cosparso di polvere di pistacchio, mozzarella, pesto di pistacchi, chips di patate viola, prosciutto crudo e burrata.

Lunga lievitazione, ampia alveolatura, digeribilità sono i mantra di Paolo Di Pietro. 120 i coperti usuali – che diventano il doppio d’estate ma saranno ancora di più secondo i prossimi piani d’espansione -; numeroso e coeso lo staff di sala, forno e cucina, sempre in aggiornamento continuo per un progetto che mira all’appagamento dei propri ospiti.

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