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Vino&Jazz: l’evento targato Omina Romana incanta la Costiera Amalfitana

Ossimoro e analogia. Questi i due aspetti del “contrappunto sensoriale” creato da Omina Romana durante l’evento Vino&Jazz. Abbiamo partecipato alla serata e, di seguito, vi riportiamo le nostre impressioni e i vini che ci hanno maggiormente colpito

Un giardino incantato con vista mozzafiato sulle bellezze senza tempo della Costiera Amalfitana, a due passi dal Duomo e dal teatro. Questa la cornice di Vino&Jazz, l’evento targato Omina Romana organizzato in seguito al successo di Vino&Opera e andato in scena domenica 30 agosto a Ravello, negli spazi dei Giardini del Vescovo.

 “Aver accolto un format così particolare a Ravello, già Città della Musica, – ha dichiarato il Sindaco di Ravello Salvatore di Martino – in una estate questa 2020 che ci ha colti tutti impreparati di fronte all’emergenza Covid, è stato un valore aggiunto che il Comune ha voluto realizzare sia per il lodevole progetto ideato dal dr  Börner sia come esempio di volontà di proporre performance sempre innovative e di alto spessore artistico-culturale.Senza dimenticare che Ravello ha comunque realizzato anche quest’anno il Festival, uno tra i più prestigiosi al mondo nonostante la situazione che stiamo vivendo, e che martedì 1° settembre vedrà per la prima volta a Ravello, ma già sold out, la presenza del maestro Riccardo Muti con l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini”

Scopo dell’evento, ideato da Anton Börner e che ha radunato, nonostante il periodo che stiamo vivendo, un vasto gruppo di estimatori, creare un contrappunto sensoriale tra l’universo enologico by Ômina Romana e l’ascolto musicale di una selezione di brani tra i più celebri del repertorio jazz.

“Sono onorato di aver potuto realizzare anche questo secondo appuntamento con la serata VINO&JAZZ qui a Ravello – ha detto con entusiasmo il Dr Anton a fine serata – e ringrazio il Sindaco per la splendida accoglienza e così anche tutti gli ospiti che hanno accolto con entusiasmo la nostra proposta performativa. Per me poi è stato davvero emozionante aver proposto in pochi giorni di distanza due generi e repertori così diversi quanto affascinanti come l’Opera ed il Jazz, dove il denominatore comune è stato l’accompagnamento sensoriale di degustazione di grandi vini con l’eccellenza della musica.” – 

Noi di MangiaeBevi abbiamo partecipato all’evento e qui di seguito vi riportiamo le nostre impressioni e i vini che ci hanno maggiormente colpito rispetto, appunto, alla “contrapposizione sensoriale”.

Vino&Jazz

Il “Contrappunto Sensoriale” creato da Omina Romana e dalla U.S. Naval Forces Europe Band durante l’evento “Vino & jazz” è stato ossimoro e analogia in una sola sostanza.

Merito dei vini della famosa azienda vinicola di Velletri e di un susseguirsi di note in perfetta sintonia con il sorso.

Tutto questo è stato reso possibile dalla fusione riuscita della costante voglia di accrescere e diffondere cultura dell’amministrazione comunale di Ravello e dell’ideatore di questa Kermesse, la famiglia Borner.

Il contrappunto è esistito eccome.

“Hermes Diactoros II – 2019” catturava il palato con un sorso salino e minerale. Una Beva dinamica e agile che ha saputo mantenere il ritmo tra le note scalpitanti di “On the sunny side of the street” e nella voce graffiante di Christiana Rohas, l’anima vocal della band.

Poi un cambio di registro con “Ars Magna 2016”, uno Chardonnay in purezza, che non ammetteva di passare inosservato. Naso opulento e complesso. Potenza aromatica e minerale. Erbe aromatiche, note mielose, resina e castagno. Se questa è stata la sua presentazione al naso, la sua sostanza ne è stata solo la conferma: sorso materico. Perfetto anche da solo, ma di certo il flauto di Francesco Desiato con le note di “Well, you needn’t what a little moonlight” incitava e invogliava ancor più i pensieri che questo Chardonnay ha saputo stimolare.

L’assolo di sassofono di Kent Grover, è stato accompagnato, invece, da un Viognier classe 2016. Erbe aromatiche e sorso quasi tannico, hanno accompagnato il finale di canzone con note tostate e mandorlate. Sopraffino ed elegante. Quasi quanto quel sassofono: emozionante.

E tra i rossi in degustazione colpiva per la “contrapposizione sensoriale”  un  merlot 2015  dalle stuzzicanti note di potpourri, violette e ruggine. Sorso tannico, bilanciato da una buona acidità. In retronasale pepe e iodio. Vino da amare o da farsi coccolare. “Isn’t she lovely” non poteva non accompagnare questo sorso. Un sorso che alla prima impressione non è poi così “lovely”, ma appena impari a conoscerlo diventa quasi amabile, vuoi anche per la “ruffianeria” di questo vitigno.

Questi sono stati alcuni degli assaggi che hanno saputo rendere in forma solubile e uditiva cosa sia una contrapposizione sensoriale. A volte sembriamo “monogami” anche dagli stimoli esterni, eppure con “Vino&Jazz”, l’arte, caleidoscopio di infinite sfaccettature, è diventato un solo fascio di luce tra la musica e il vino. Due facce di una sola medaglia.

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