Magazine di ristorazione e itinerari enogastronomici
NovitàNuove aperturePizzerie

50 Kalò: la pizza di Ciro Salvo sbarca a Roma

Ciro Salvo, il noto pizzaiolo napoletano patron di 50 Kalò, è sbarcato nella Capitale conquistando i cuori e i palati dei romani, e non solo.

50 Kalò di Ciro Salvo apre a Roma ed è subito fila. Perché chi conosce o segue sui social il noto pizzaiolo napoletano, tra le altre cose neo secondo classificato per la lista 50 Top Pizza Italia presentata lo scorso 26 luglio, sa che uno dei contenuti che condivide con buona frequenza su i suoi canali social è proprio la foto della fila fuori dal locale di Napoli a dimostrazione della grande riuscita della sua pizzeria e poi involontariamente del fatto sorprendente che noi italiani quando si tratta di mangiare siamo capaci di estremo impegno e costanza (a testimonianza di ciò ci sono anche suggestive foto di lunghe file in inverno).

Le foto “Live da…” come scrive Ciro Salvo nelle copy dei suoi post che ritraggono la folla in paziente attesa sono cominciate allora anche a Roma e bisogna dire che la cena vale l’investimento di tempo.

Il locale

Nella Capitale, la via in cui si trova 50 Kalò non è trafficata, e fuori lo spazio per aspettare è ampio, allora si sbricia dentro o, meglio, si fissa come in un acquario chi già sta mangiando la propria pizza e si da una letta veloce al menù per essere pronti all’ordinazione una volta seduti al tavolo.

Il locale ha uno stile moderno con qualche tocco di bordeaux e color oro. A dare al tutto un tono dal sapore anni ‘30 ci sono le strelitzie. La parete su strada è completamente a vetri e lascia intravedere, oltre la sala sul fondo, il forno e il lungo marmo dove si stendono le pizze.

La proposta gastronomica

Dopo avere assaggiato la pizza nel locale di Napoli in uno spazioso e comodo dehor (che purtroppo a Roma ancora manca) ci si appresta ad un’ottima esperienza anche qui nella capitale. E la qualità effettivamente non manca. Dal servizio impeccabile e qualche spanna sopra a quello di una pizzeria, in questo caso la frase tipica “servizio cortese e attento” funziona davvero.

All’arrivo delle pietanze tutto è orchestrato con una snella velocità condita di professionali sorrisi.

Andando per gradi, i fritti sono buoni. Semplicemente se ci si affida a quello che i napoletani sanno fare molto bene, meglio di noi, non si sbaglia. La frittata di bucatini non ha panatura ma è passata in pastella, buona la besciamella che lega dall’interno il tutto. La crocchetta invece ha una panatura fine e all’apertura inebria con il suo profumo di provola fusa. Anche in questo caso la sfida è trovare crocchette a Roma, anche in note e rodate pizzerie da classifica, che sappiano raggiungere queste vette di bontà.

Le pizze

Per le pizze la leggerezza e la sofficità dell’impasto fanno arrivare in fondo anche se si tratta di imprese come la Pizza Fritta, che può essere mangiata con così tanta disinvoltura solo a Napoli o per noi romani da oggi da 50 Kalò.

La pizza si presenta gigante e scenografica, ha un ripieno di ricotta di bufala, provola, cicoli di maiale artigianali e pepe nero Tellicherry, è fritta leggera, praticamente un’ossimoro, si fa mangiare con piacere senza far sentire quel senso di pesantezza e gonfiore che ci si aspetterebbe.

La margherita è buona, anche questa leggera, il filo d’olio a crudo brilla su un impasto steso finissimo che trova nel cornicione quel po’ di sostanza che ci si aspetta dalla pizza napoletana, anche il cornicione è soffice e si mangia tutto con grande piacere. Gli ingredienti della margherita di Ciro Salvo sono Pomodoro bio di Casa Marrazzo, fior di latte di Agerola, Parmigiano Reggiano DOP 24 mesi, olio evo Idra Fattoria Ambrosio e basilico.

Info utili

50 Kalò Roma

via Flavia 3, Roma

Orari: aperto tutti i giorni dalle 12:30 alle 15:30 e dalle 18:30 alle 0:00

Pagina facebook

Articoli correlati

Olio a Crudo: Sorbillo si fa in tre a Milano

Francesco Gabriele

La Bolla: a Caserta la pizza “halfboat” di Simone De Gregorio

Lucia Immacolata Migliaccio

Rob de Matt: bistrot, solidarietà e integrazione

Giorgia Galeffi