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Micaela Di Cola: storia e ambizioni dell’Executive Chef, nuova Tutor Rai

micaela di cola

Executive Chef, Food Stylist e nuova Chef Tutor della Rai. All’indomani della sua vittoria in tv, abbiamo incontrato Micaela di Cola, in arte Mikychef, e con lei abbiamo parlato di tradizioni culinarie, gap di genere in cucina, esperienze formative ma anche di solidarietà e di progetti per il futuro.

Non chiamatela “la bella chef” ma elogiatela per la sua grande abilità ed esperienza culinaria, per la sua tenacia e per la passione dirompente che trasmette all’interlocutore mentre racconta il suo lavoro. Tutte qualità che l’hanno portata a girare l’Italia e il Mondo come consulente nei ristoranti e che, oggi, le hanno permesso di vincere un importante riconoscimento televisivo.

Stiamo parlando di Micaela Di Cola, più nota come Mikychef (ve ne avevamo parlato qui), Executive Chef ma anche Food Stylist e ora anche Chef Tutor per il programma Detto Fatto su Rai2.

A poche ore dalla vittoria, l’abbiamo raggiunta e con lei, tra i festeggiamenti per questo importante riconoscimento pubblico, abbiamo parlato della sua carriera, delle difficoltà di essere donna in un settore ancora troppo maschile, e degli importanti progetti per il futuro che la porteranno, finalmente, a metter radici.

Prima di tutto, complimenti per la tua vittoria al contest “Caccia al Tutor” su Rai2. Come ti senti dopo questo riconoscimento?

Grazie mille. È una grande gioia. Io poi non ho mai vinto niente, caspita che emozione! Questo riconoscimento è il coronamento di un percorso fatto di grande impegno.

Ti aspettavi di vincere? Come ti sei trovata di fronte alle telecamere?

Non mi aspettavo di vincere perché ancora oggi la cucina in TV è principalmente predominata da uomini. Lo speravo certo, ma credo la mia sorpresa si sia vista benissimo!

Avevo già avuto esperienze in TV prima su Alice e poi su La7 con Gustibus, ma devo ammettere che non ci si abitua mai. Finisco le dirette sempre sudata, l’emozione è incontrollabile!

A chi vuoi dedicare questa vittoria?

Indubbiamente alla mia famiglia. È da loro che ho ricevuto la formazione di base per quello che poi è diventato il mio mestiere. Sono loro che hanno sempre supportato le mie scelte.

Quello dello chef è ancora un settore quasi esclusivamente maschile. Per quale motivo secondo te?

Non mi so spiegare davvero il motivo, anche perché, da che mondo è mondo, sono sempre state le donne quelle relegate al compito della cucina. Fortuna che ora qualche passo in avanti si sta facendo.

Nel corso della tua carriera ti sei mai sentita penalizzata in quanto donna?

Devo essere sincera, più che penalizzata ho trovato poco gratificante leggere appellativi tecnici attribuiti agli uomini e apprezzamenti fisici indirizzati alle donne.

È impensabile ancora oggi leggere “il talentuoso Chef” rivolto a un collega e  “la bella Chef romana” rivolto a me. Mi piacerebbe sentir parlare di me per la tecnica e la scelta delle materie prime nei piatti che realizzo.

Quali consigli vuoi dare alle ragazze che vogliono intraprendere questa carriera?

Sicuramente consiglio di studiare perché ancora oggi troppo spesso nelle cucine trovo ragazzi che hanno poca dimestichezza anche con le calcolatrici. La cucina è indubbiamente fatta di numeri, è chimica. Non ci si crederà ma è così! Pesi, tempistiche, soprattutto se si considera il ristorante come un’azienda che deve produrre e dove non sono ammessi sprechi.

Ma soprattutto, il consiglio che mi sento di dare è quello di ricordarsi di fare squadra. Non si deve primeggiare in cucina. Bisogna essere una famiglia. Lavoriamo gomito a gomito per tante ore. Occorre umiltà. Forse oggi i programmi televisivi hanno distorto un po’ questa immagine del cuoco e dello chef. Non ci si deve sentire arrivati ma anelli di un’unica catena.

Questo è un lavoro che richiede dedizione e impegno, si può fare solo se c’è grande passione, perché poi sono i piatti a parlare.

Tu sei chef ma anche food stylist per film, pubblicità e serie tv. Qual’è stata l’esperienza più stimolate e divertente che hai vissuto fino ad ora?

Sono tanti i set che ho amato, soprattutto per l’aria che si respira quasi da favola. Ricreare dei piatti appetibili è un compito molto complesso e collaborare con dei veri e propri miti, che magari anch’io ho visto da piccolina sul grande schermo, è pazzesco.

Tra le pubblicità e film più noti al grande pubblico mi piace ricordare quella dell acqua con Alessandro del Piero, o quella girata con Michelle Hunziker per una nota catena di Food e la pellicola di Michael Bay Six Underground con Ryan Reynolds.

I tuoi piatti sono belli ma anche molto buoni. Dove trai l’ispirazione per le tue ricette?

I miei piatti parlano di tradizione, di territorialità, di materie prime povere e di tecnica. Sono frutto della storia della mia famiglia dei piatti che ho mangiato fin da bambina. Sono una contaminazione di tutti i posti che ho girato per lavoro, tutte le collaborazioni avute con altri colleghi. In fondo la cucina è proprio questo condivisione!

Tradizione e modernità. Quanto sono importanti e come devono esser dosate per ottenere il piatto perfetto?

Un piatto ben bilanciato dico sempre che dovrebbe avere tutta una serie di elementi: caldo-freddo, morbido-croccante, dolce-salato. Le alternanze, insomma, e il filo conduttore deve essere proprio la riconoscibilità che viene dalla tradizione e la bellezza di impiattamento che oggi la modernità ci consente. Un po’ come dire il piatto fatto dalla mamma e dalla nonna ma presentato in maniera “wow”.

Tutti ti conoscono per la tua grande abilità in cucina ma pochi sanno che sei anche molto attiva nel campo della solidarietà. Raccontaci la tua esperienza durante il terremoto di Amatrice.

Non ne parlo mai perché, come amo dire, prediligo i fatti alle parole. Fate, fate bene.

Amatrice fu l’inizio della mia collaborazione con la Protezione Civile. A quell’esperienza seguì poi Norcia e Leonessa dove ricevetti, a distanza di tempo, una medaglia al valore civile.

Credo sia compito di uno di noi fare quello che è possibile.

C’è una frase che ho amato subito quando l’ho sentita: “Se tutti pulissero davanti alla propria porta, il mondo sarebbe pulito”.

Questo per me vale in ogni campo, io dico sempre: tu pensa a fare il tuo.

Progetti per il 2021. Cosa bolle in pentola? Dove ti porterà questo nuovo anno?

Ho un sacco di sorprese bellissime che stanno per partire ma dovete darmi ancora qualche settimana e poi potrò svelarvi tutto.

Dico solo che questa volta metterò radici nella mia città in un posto bellissimo dove spero di ricevere tutti voi. Potrete così vedere le mie ricette in TV e venirle ad assaggiare al mio ristorante.

micaela di cola

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