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Osteria Palmira: veracità e tradizione nel quartiere Monteverde

osteria palmira

Rispetto per le materie prime e per le tradizioni gastronomiche locali, cucina familiare, schietta e genuina e accoglienza calorosa. Questi i punti di forza di Osteria Palmira, trattoria di quartiere con anima amatriciana e cuore romano.

A Roma, soprattutto nel quartiere Monteverde, tutti conoscono l’Osteria Palmira e, di conseguenza, Claudio e Assunta Rocchi i due fratelli patron di questo angolo di gusto, veracità e tradizione.

Inaugurata nel 2013, prende il nome da Palmira, la mamma, oggi novantenne, proprietaria negli anni ’50, insieme al marito Antonio, di un’osteria a conduzione familiare nel rione Monti, in via del Boschetto.

La ristorazione era dunque nel dna di Claudio e Assunta che, dopo varie esperienze lavorative in altri ambiti, hanno deciso di riprendere in mano la tradizione di famiglia aprendo le porte di casa propria. Sì, perché l’atmosfera che si respira da Osteria Palmira è proprio quella di un salotto dove non mancano sorrisi, accoglienza, cordialità e, soprattutto, buona tavola, genuina e confortevole.

Il locale e la filosofia di cucina

In cucina ci sono proprio loro: Claudio, addetto alle preparazioni pomeridiane e alle lunghe cotture, e Assunta, la pasticcera della famiglia che informa quotidianamente crostate e torte, tiramisù e panna cotta. A lei si deve anche la pasta fresca, dalle fettuccine agli agnolotti preparati, secondo la ricetta di papà Antonio, con quattro tipi di carne e conditi con il sugo di coda alla vaccinara.

Non solo l’ambiente, anche la proposta gastronomica ricorda quella di casa, con gli odori autentici del sugo che bolle in pentola e della carne che si rosola lenta in forno. Come dalle mamme e dalle nonne di una volta. Sulle materie prime utilizzate poi, c’è molto da dire: “Da sempre usiamo solamente pasta Monograno Felicetti. – ci racconta Claudio – Ora c’è una grande attenzione alla qualità della pasta, ma quando abbiamo aperto Osteria Palmira eravamo tra i pochi a dare risalto a questo prodotto. Anche per quanto riguarda la carta dei vini siamo stati dei precursori. Noi, per scelta, trattiamo solo etichette di piccoli produttori laziali. Preferiamo poche referenze ma di qualità”.

Stessa filosofia riservata anche agli altri prodotti come i salumi, tutti provenienti da Accumuli e, soprattutto, Amatrice. Perché è lì che batte forte il cuore di Osteria Palmira perché è lì che affondano le radici di famiglia tanto che proprio ad Amatrice è nato il figlio di Claudio.

La proposta gastronomica

Tanto Lazio, dunque, nel menu di Osteria Palmira, una bandiera che Claudio porta orgogliosamente in alto anche oltre oceano, in Brasile, per la Settimana della cucina regionale italiana a San Paolo.

Si percepisce già dal primo sguardo in tutta la sua veracità. Dagli antipasti come la Trippa alla romana, una delle più succulente che si possono trovare in circolazione, rigorosamente con la mentuccia, alla Coratella che qui viene eccezionalmente servita con i peperoni.

“Fidati, la nostra versione non ti farà rimpiangere quella con i carciofi” dice Claudio. E ha ragione da vendere!

Tra i piatti anche il Bollito alla Picchiapò e le Polpette di pane e cicoria, un piatto povero e popolare ricco di gusto e sapori sinceri.

E tra i primi? Spazio ovviamente all’Amatriciana, regina indiscussa della cucina, ma anche alla Carbonara e alla Gricia, che noi abbiamo provato in via del tutto eccezionale con gli gnocchi ricci di Amatrice.

“Si tratta di un formato di pasta tipica della città, simili alle orecchiette ma molto elaborati da confezionare. Per noi li prepara la signora Mimma, di 88 anni, che vive proprio lì. Hanno una ricetta molto particolare e una consistenza unica. Vengono tradizionalmente serviti con un sugo di spezzatino di castrato di pecora dal sapore molto intenso e gustoso”.

Come anticipato, non mancano gli Agnolotti con coda alla vaccinara ma anche, sempre dal ricettario di Antonio, le Linguine di farro condite con un pesto di menta romana. 

Tra i secondi non mancano le pietre miliari della tradizione come l’Abbacchio al tegame e il Petto di vitella alla fornara e poi, certamente, le Polpette di bollito che qui non vengono fritte ma cotte al forno. E ancora l’Involtino alla romana realizzato con la pezza, un taglio del manzo molto pregiato, e condito con un sugo di sedano, carote e prosciutto di Amatrice.

Ma per chi segue un regime vegetariano, da provare è il Pecorino semistagionato cotto alla piastra e accompagnato dalla marmellata di pere, noci e peperoncino fatta in casa.

A chiudere in dolcezza ci pensa la Crostata con ricotta e visciole di Assunta, così come le Ciambelline al vino accompagnate dal Moscato di Terracina Cantina Sant’Andrea, la Zuppa inglese e il Creme Caramel.

I vini

Il Lazio e la sua tipicità restano protagonisti anche per la carta dei vini che si compone di circa 100 etichette tutte provenienti da piccole realtà della regione. Una generosa selezione di bianchi come territorio vuole, ma anche rossi, in primis il Cesanese, e poi le bollicine. Se si è scelta la chiave del territorio prediligendo esclusivamente i vini laziali, non ci sono preclusioni sulle filosofie produttive quindi nella carta di Osteria Palmira trovano posto vini naturali, biologici, biodinamici e convenzionali. L’offerta del bere si completa con una selezione di birre artigianali, anch’esse laziali prodotte dal Birrificio Alta Quota di Cittareale (RI).

Info utili

Osteria Palmira
Via Abate Ugone 29 – Roma
Tel 06/58204298
Sempre aperto
Sito

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