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Stelle di solidarietà: ecco tutte le iniziative degli chef negli ospedali d’Italia

Nell’emergenza Coronavirus i fratelli Cerea di Da Vittorio, 3 stelle Michelin, sono in prima linea nell’ospedale da campo di Bergamo, ma non sono gli unici. Tantissimi gli chef impegnati a dare supporto alle strutture sanitarie. Ecco chi sono

3 stelle Michelin, massimo riconoscimento nel mondo della ristorazione e un cuore ancora più grande. I fratelli Cerea sono in prima linea all’ospedale da campo di Bergamo, tra le province più colpite dal Coronavirus. La Protezione Civile infatti, proprio per le condizioni critiche del bergamasco ha deciso di installare un’estensione dell’Ospedale con quello da Campo degli Alpini nell’area dell’Ente Fiera di Bergamo, aumentando di 230 posti letto quelli a disposizione.

Un pasto a dir poco stellato per chi viene ricoverato in questo nuovo ospedale perché sono proprio i fratelli Cerea in prima linea a cucinare i pasti, in segno di riconoscimento per quel territorio che li ha da sempre adottati e supportati.

Oltre ad essere tra i primi ad aver organizzato un delivery gourmet a domicilio con diversi menu degustazione, la soluzione “Da Vittorio at Home”, oggi si fanno anche promotori per un aiuto a chi ha la possibilità di donare del cibo per questo ospedale improvvisato: ristoratori, fornitori, produttori, tutti richiamati al buon senso e all’altruismo.

Per fortuna ci sono i Cerea, già abituati con il loro catering stellato ed eventi di ogni genere in tutto il mondo a servire pasti di livello e in quantità: sono infatti 690 i momenti per nutrirsi per gli ospedalizzati ogni giorno divisi tra colazione, pranzo e cena. Una quantità davvero impegnativa che forse sarebbe stata insostenibile senza l’aiuto dei professionisti della ristorazione. “Abbiamo deciso di contribuire attivamente all’organizzazione delle attività, offrendoci volontari per la preparazione pasti. Tuttavia, chiediamo un aiuto concreto a tutti voi. Tutti coloro che ne hanno la possibilità, dai ristoratori, ai titolari di negozi o aziende di generi alimentari o affini, è gentilmente invitato ad offrire degli approvvigionamenti. Se pensi di poter essere d’aiuto, ti invitiamo a contattare Graziano al numero +39 335 8174540” racconta Chicco Cerea su un video che ha pubblicato sui social.

Ma i fratelli Cerea non sono gli unici ad essersi attivati nell’aiuto agli ospedali: dietro le mascherine all’Ospedale Spallanzani di Roma potrete riconoscere Nabil Hadj Hassen chef di bottega Roscioli insieme ad Alessandro, Arcangelo Dandini de L’Arcangelo, Walter Regolanti di Romolo al Porto, Mario Sansone di Marzapane, Giuseppe Lo Iudice di Retrobottega e Alessandro Pipero: insieme da oggi hanno cucinato 400 pasti caldi per medici e infermieri.

Franco Pepe ha riacceso il suo pluripremiato forno per sfornare pizze per l’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, oltre a donare mascherine e un ventilatore. Anche Iginio Massari ,non potendo contribuire in modo diverso e pratico, ha donato tre respiratori all’ospedale di Bergamo.

Oliver Glowing ha riaperto la sua cucina di Barrique a Monte Porzio Catone a Roma per aiutare la Caritas in via Marsala, a due passi dalla Stazione di Termini, per tutti coloro che non hanno una casa.

Splendido gesto di gratitudine anche a Genova dove, qualche giorno fa, all’ospedale San Martino, sono arrivati 300 pasti, tra lasagne e dolci, realizzati dagli chef di Eataly.

Ma oltreoceano lo spirito è lo stesso: Josè Andrés ha trasformato i suoi otto ristoranti a New York e Washington in un’officina per chi ha perso il lavoro e per chi è in difficoltà economica, delle “mense comunitarie” come le chiama lui, con la possibilità di lasciare un pasto sospeso per i bisognosi, a libera offerta. Sta inoltre fornendo i pasti della nave Grand Princess per le persone in quarantena a bordo.

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