Diego Vitagliano, ormai da anni, è un nome simbolo della pizza di qualità nell’area urbana di Napoli (e non solo). Noi lo abbiamo incontrato e ci siamo fatti raccontare qualche segreto sui suoi impasti, sulla sua storia e sui progetti per il futuro che lo porteranno, presto, in un altro Continente.
“Il mio percorso ha inizio 23 anni fa presso la storica pizzeria Carmnella di Salvatore Esposito, per volere di mio padre. Allora non avevo tanta voglia di studiare quindi l’opzione era quella di andare a lavorare ed è così che parte la mia gavetta, quella vera senza scorciatoie. Nel 2016 decisi di mettermi in proprio creando la mia prima pizzeria, 10 Diego Vitagliano sul lungomare di Pozzuoli. Poi una nuova apertura a Bagnoli per ingrandirmi seguita da un altro locale a Pozzuoli, più grande del precedente: 250 sedute per 1200 m. quadri”.
Oggi 10 Diego Vitagliano, nelle due sedi, è uno dei locali di avanguardia nell’universo della pizza d’autore, un punto di riferimento anche culturale, dove le tecniche di impasto e di lievitazione sono protagoniste di una crescita sotto gli occhi di tutti.
Le pizze e l’impasto
Chiamare le sue pizze “gourmet” è sicuramente riduttivo. Certo, c’è grande cura del prodotto che finisce sul disco di pasta, ma un lavoro gigantesco è fatto sulla qualità degli impasti: consistenze e croccantezze differenti pensate apposta per i molteplici stili. [Qui trovate la ricetta di Vitagliano]
Risultano davvero – e profondamente – diversi e chi si siede a tavola sperimenta una delle rare opportunità di imparare qualcosa su impasti, lievitazioni e idratazioni e su come nella trasformazione giochino insieme la precisione della natura e la perizia dell’uomo. Tutto questo semplicemente mangiando una pizza.
Dalle classiche napoletane, suddivise in Marinare, Margherite, Speciali e Old School si passa a stili differenti dove Diego fonde tradizione e tecniche innovative, fedele ai valori storici di leggerezza e digeribilità.
“Il linguaggio della pizza oggi è cambiato. Penso infatti che il futuro della pizza è la pizza in tutti i suoi stili, l’importante è che sia fatta bene. Non esiste soltanto quella napoletana (che resta tale per antonomasia). Perciò ho voluto sfidare la tradizione consentendo all’ospite di una pizzeria a Napoli la scelta della tipologia di impasto che preferisce”.
Il locale e il menu
Il locale di Bagnoli, estremo quartiere di Napoli, ex zona industriale, è diviso in due sale, oltre al dehor, ampio e luminoso, dallo stile essenziale e dai colori chiari e naturali.
Nel menu, non solo lievitati ma anche piccoli piatti e insalate, ideali per chi desidera assaporare le materie prime anche senza l’accompagnamento della pizza.
Non mancano gli sfizi e fritti classici della tradizione partenopea come le frittatine di bucatini, i crocchè di patate e le montanarine.
Premettendo che nulla esce dai molteplici forni senza un attento controllo, gli impasti proposti sono quattro: Napoletana, Croccante alta “Rustichella”, Pizza croccante, Fritta e al forno, oltre alla Pizza Gluten free che ha una postazione apposita.
La 4 Casi Campani è una pizza croccante con caciocavallo podolico, blu di bufala, pecorino di Carmasciano, fior di latte di Agerola, pomodorini semi dry, crumble multicerali, basilico riccio napoletano e olio di sedano. È alta, ricorda una focaccia, ma leggera, croccante, saporita e alveolata come nessuna. Con il 92% d’idratazione, lascia spiazzati al primo assaggio e definitivamente conquistati al secondo.
Patanella è una pizza stile “Rustichella”. Con idratazione al 110%, risulta croccante e sottile, la base è leggerissima per gustare al massimo gli ingredienti di farcitura ovvero prosciutto cotto arrosto di suino dei Campi Flegrei, patate al forno speziate, grana padano, provola di Agerola, basilico riccio napoletano. Un modo nuovo di intendere la pizza.
La Bianca Cumana, con impasto tradizionale è farcita con crema di zucca, pancetta di suino dei Campi Flegrei, provola di Agerola, grana padano e basilico riccio napoletano. Questa pizza unisce la texture leggermente croccante della pizza alla pala e la morbidezza interna della tonda mentre gli ingredienti del condimento hanno giusto equilibrio.
Fritta e al forno è la Genovese con tradizionale sugo alla genovese, spezzatino sfilacciato, provola di Agerola, grana padano, pepe cuvèe, basilico riccio napoletano.
È una pizza che insegue la preziosità del gesto con quel tocco in più che fa la differenza e si traduce in piena soddisfazione.
Gli abbinamenti
Birre artigianali, carta dei vini degna di ristoranti blasonati, con concessione all’esterofilia per il luccichio di certe etichette. Champagne ma anche bollicine italiane che si esprimono in tutto il loro sex appeal, anche locali. Arricchiscono l’offerta i “fermenti innovativi” come la Kombucha, il sidro e la Pompia, ovvero le nuove tendenze del food pairing. Numeroso, giovane e preparato il personale, sempre attento e in grado di rispondere a ogni esigenza del cliente.
Apertura mentale e nuovi stimoli per Diego, “nella prima settimana di novembre aprirò a Doha, in Qatar. Sarà una vera e propria sfida con culture molto diverse dalla nostra”, afferma il giovane pizzaiolo.
La pizza perfetta è una ricerca senza fine. Ma Diego Vitagliano ce l’ha fatta: nel suo menu la pizza tradizionale convive felicemente con altri stili di pizza rappresentando un’esperienza gastronomica a tutto tondo. Basta poco per guadagnarsi una grande emozione: come la sorpresa di una “nuova” pizza.
L’eccellenza della pizza passa anche da qui.