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Vino

Salcheto: vino, arte e sostenibilità a Montepulciano

Quando il mondo del vino, all’insegna della sostenibilità, incontra l’arte visuale, nascono progetti innovativi che guardano al futuro e coinvolgono tutte le fasi della filiera, dalla vite all’imbottigliamento.

Quella di Salcheto è una storia che parte da lontano, più precisamente dal 1984, e racconta del Sangiovese e del Vino Nobile di Montepulciano. Ma è anche una storia che parla di un territorio e della valorizzazione delle sue coltivazioni.

Salcheto però è anche una realtà che ha fatto dell’innovazione uno dei suoi punti cardine. E non solo perché produce vini neo-naturali sfruttando le più moderne tecniche di coltivazione senza l’utilizzo di additivi e solfiti o lieviti selezionati. Core business dell’azienda è, infatti, la sostenibilità che passa attraverso l’autonomia energetica, grazie al geotermico e al fotovoltaico, ma anche all’isolamento termico, grazie al giardino verticale e al sistema di irrigazione dal tetto.

Dal 2010, però, la mission di Salcheto, sempre vocata al rispetto per l’ambiente, ha coinvolto anche il packaging dei propri vini con una riduzione dell’impronta carbonica fino al 40%. La bottiglia del vino Nobile, oggi, compie un ulteriore passo in avanti. Grazie alla partnership con Verallia Italia, infatti, Salcheto presenta al mercato un nuovo contenitore customizzato che per la prima volta scende sotto la soglia dei 400 grammi: la “Bordolese Salcheto. A questa bottiglia, poi, la Enoplastic ha messo una disposizione una capsula in PET+, l’unico materiale, oggi disponibile sul mercato con il 20% di contenuto riciclato, interamente riciclabile anche grazie ad un sistema di apertura facilitato che ne permette la completa rimozione dal vetro.

Per rendere omaggio a questo progetto, grazie al winemaker della cantina Michele Manelli e al visul artist Marco Molinelli, è nato un cortometraggio, un’animazione onirica che celebra la gioia di degustare e condividere un Vino Nobile di Salcheto, buono e sostenibile.

“Un racconto per nulla scontato quello che ci ha donato il Maestro Gianluigi Toccafondo e che anzi definisce con sensibilità quel linguaggio che tutto il mondo del vino vorrebbe adottare, fondendo quegli elementi più tipicamente oggettivi che lo caratterizzano, in un racconto esperienziale carico di emozioni e che si conclude con una bottiglia così leggera da volare via”, conclude Michele Manelli.

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