Una donna decisa e preparata alla guida di un ‘affare’ di famiglia dal sapore storico. Produrre vino come scommessa quotidiana, un territorio complicato trasformato in un palpabile punto di forza. Tutto questo è Lucia Monti.
Lucia Monti, dell’azienda vitivinicola Tommasone ad Ischia (Na), alza il calice e sorride alla vita. Approccio vincente che esorcizza incertezze e sforzi di un percorso che non conosce punto d’arrivo. Lucia, con il marito Giuseppe Andreoli, coltiva e produce vino. Quattro tipologie di bianchi e quattro di rossi, un rosato e due spumanti metodo classico (la fermentazione finale avviene direttamente in bottiglia). Circa centomila bottiglie, sedici ettari di superficie vitata, duecentocinquanta anni di storia. Una dote ed una responsabilità. Compresa quella di utilizzare quasi esclusivamente vitigni autoctoni campani.
I vigneti
Distribuiti in quattordici piccole tenute, da nord a sud dell’isola. Non solo viticoltura, ma anche recupero di terreni abbandonati, in nome di una sostenibilità ambientale sempre più urgente e doverosa. Il ‘terroir’ offerto ai vini Tommasone è unico, clima felice, suolo acido, vicinanza al mare. Il patto per avere tutto questo, è rinunciare all’eccessiva meccanizzazione delle attività produttive e puntare sullo sforzo eroico dei vignaioli. Si lavora a mano, ci si inerpica.
Ischia rende possibili vigneti incastrati tra mare e vulcano, ne derivano profumi e sapori identitari, caratterizzanti.
La viticoltura è stata da sempre humus per l’economia dell’isola d’Ischia. Muri che sono autentiche opere di ingegneria contadina, le cosiddette ‘parracine’ (muri a secco costruiti con il tufo, pietra tipica locale), consentono ancora oggi di sfruttare l’estrema verticalità di terreni che, diversamente, sarebbero rimasti inutilizzati.
Ischia Biancolella, una doc che vale da biglietto da visita
Nomen omen, vino prodotto con uve Biancolella al 100%. Celebratissimo vitigno autoctono a bacca bianca, racconta fedelmente un territorio, facendo storia. Giallo paglierino, pieno di luce e dai riflessi verdognoli. Il naso si imbatte nei fiori della macchia mediterranea, così come nella mandorla amara qui molto tipica, un po’ te l’aspetti. Calici ricchi di eleganza, un vino asciutto, a metà tra roccia e mare. Fresco. Meraviglioso con piatti freschi di mare, sicuramente degno di completare il piatto simbolo dell’isola, il coniglio all’ischitana.
Tenuta Monte Zunta, il vino che sa attendere
Il nome geolocalizza i vigneti utilizzati per la produzione. A 450 metri sul livello del mare, precisamente a Sant’Angelo, nel comune di Serrara Fontana. Una doc lavorata con l’85% di uve Piedirosso e il 15% di Cabernet Sauvignon. Rosso rubino con riflessi granati, se scaraffato si apre in tutto il suo sottobosco, con accenni di tabacco e cacao. Gran carattere, bell’intensità, con un tannino carismatico, elegantemente equilibrato. Ischia, circondata dal mare, spicca per la sua vocazione agricola, Tenuta Monte Zunta ne affianca con personalità la succulenta cucina di terra.
Brì, il rosato prediletto
Il vino rosato è una caccia ai dettagli, ai profumi, alle note gustative. Vino spumante, Brì come la mamma tedesca di Lucia,“in realtà mamma si chiama Birgit, ma papà non sa pronunciarlo e allora la chiama Brì”. Uve Aglianico in purezza, un prodotto su cui l’azienda punta molto, magari perché, così sfumato, complesso, non facilmente decifrabile, ricorda un po’ l’animo femminile. E anche perché, il rosé, è una sfida contro i preconcetti. Sfida che Lucia Monti e Tommasone Vini vincono grazie ad un vino che si rivela bello da vedere, con il suo rosa tenue, e piacevole da degustare. Bollicine finissime, spuma cremosa, una passeggiata tra i fiori di campo e gli agrumeti dell’isola. Accompagna con stile l’aperitivo, così come crudi di mare e latticini. Caparbietà e grazia insieme.
Una storia di famiglia
La famiglia Monti è nel settore vitivinicolo da sempre, ad intervalli più o meno regolari, in mezzo c’è anche un trasferimento in Germania. E poi la virata fondamentale, quella che porta l’azienda tra le etichette nazionali di successo (la guida Gambero Rosso li premia con i ‘Tre Bicchieri’). Lucia Monti rientra dalla Germania forte di studi enologici ed obiettivi visionari. Il carburante è il desiderio di onorare una tradizione di famiglia.
Tommasone era suo nonno, da lui arriva il nome dell’azienda di cui Lucia è ambasciatrice. Accento tedesco per gli anni trascorsi in Germania, cadenza partenopea per il sangue che le scorre dentro. Una donna intuitiva che sa dosare studio e azzardo, “nel nostro lavoro, per ogni bottiglia si riparte da zero”. Lo sforzo è immenso, tante le incertezze e le continue scommesse con sé stessi. Ma l’imperativo resta lo stesso, “fare poco, per fare meglio”, una scelta di vita che, oggi più che mai, appare l’unica prospettiva possibile.
Info utili
L’azienda ha appena concluso la la vendemmia 2020. È sempre aperta per visite guidate e degustazioni in cantina previo appuntamento telefonico.
Per tutte le indicazioni su prodotti, orari e contatti utili consultare il sito.
Foto: Tommasone Vini