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Pasquale e Gaetano Torrente “scendono” a sud. A Potenza, apre il Posticino Main Street

A Potenza, apre Il Posticino Main Street con la consulenza dei Torrente, portatori sani di format veloci e vincenti.

Padre e figlio, pensi a loro e sorridi. Per via dei “cuoppi” dorati che, da Cetara, hanno saputo traghettare in giro per l’Italia e nel mondo, facendo letteralmente moda. E anche perché, Pasquale e Gaetano Torrente, puntano sulla cifra umana come plus del loro know-how. Allegria e competenza. Stavolta è il turno de Il Posticino Main Street a Potenza. Dopo un recente cambio sede, il patron Luigi Laino, con suo figlio, hanno optato per un restyling griffato.

La formula è “Cucina e bere miscelato”, una sorta di American Bar con i fritti dei Torrente e altre chicche del territorio. Locale di circa 80 metri quadrati, già operativo con formula asporto, bancone centrale e tutto il mondo della Lucania a girarci intorno. Ridisegnato da Pasquale e Gaetano con il loro “punto di fumo” e di vista. Un po’ come il fritto, semplice, immediato e sempre attuale. Quello che toccano diventa, non solo dorato e croccante, ma anche un’ennesima storia di successo.

All’interno de Il Posticino Main Street, oltre a mangiare, si potrà acquistare il meglio delle tipicità lucane, con un tocco di Campania. Impossibile non esportare prodotti cetaresi come le alici sotto sale, la stessa Colatura oggi fresca di Dop (ne avevamo parlato qui), un matrimonio d’amore insomma. Tra le  montagne lucane e il mare della Costiera Amalfitana. E non è finita.

A breve, sempre a Potenza, Luigi Laino aprirà anche Osteria Contemporanea. Alla formula smart de Il Posticino Main Street, affiancherà la ritualità della trattoria. La cucina lucana ridipinta con l’occhio attento dei Torrente, loro che sanno trasportare il tipico nella contemporaneità.

Abbiamo raggiunto Pasquale Torrente al telefono e ci siamo fatti raccontare tutta la storia. Lui sa friggere e sa narrare, un incanto ascoltarlo e comprendere la necessità di un circolo virtuoso tra ristorazione ed umanità.

Pasquale, raccontaci di questo nuovo Posticino. Cosa mangeremo?

“La formula è quella dell’American bar. Ci saranno cocktail con i nostri storici “cuoppi”. Quindi alici fritte, calamari, frittatine di pasta, ma anche supplì e scrocchiarella. La famosa pizza romana. Inoltre era doveroso offrire una più locale cotoletta di agnello fritta. La Basilicata è una regione incredibile. Autentica, vera, piena di tipicità da raccontare, impossibile non partire da un territorio così”.

Hai detto cocktail e non è una novità trovarti alle prese con il mondo mixology. Pensando a te, viene in mente un certo Gin Tonic decisamente mediterraneo.

“Ormai tutti parlano di Gin Tonic. Mode a parte, io sono partito dai miei ricordi in Spagna. Oggi mi piace abbinarlo ai piatti di mare, ma tutto quello che metto nei miei menu, arriva da un’esperienza personale. In cucina deve sentirsi l’anima, non smettiamo di parlare di anima”.

Nessun fatturato riesce a cambiarti. Oggi si apre un nuovo capitolo e, per la prima volta, più a sud della Campania.

“Con Luigi Laino il contratto è stato fatto a tavola. Non in un lussuoso ristorante circondati da avvocati, ma semplicemente a casa sua. E sono capitolato quando mi ha detto che stava facendo tutto questo per consegnarlo a suo figlio”.

Toccato nel vivo. Storie di padri e dei loro figli.

“Sì, mi ha colpito perché è la mia stessa storia. Una storia che oggi si chiama “Pasquale e Gaetano Torrente” ed è giusto che sia così”.

A proposito di storia, cosa bolle in pentola nella vostra Cetara?

La dop conferita di recente alla Colatura di alici non è un punto di arrivo, ma una grande responsabilità. Ristorante a parte (Al Convento, ndr), stiamo pensando ad un laboratorio come  premessa di una vera Bottega Rinascimentale. Un luogo che ospiterà colleghi e che sarà teatro di studio, scambio e confronto”.

E se diciamo Frienn (che in dialetto campano significa “friggendo”)?

“È il nostro olio per friggere. Arriva dalla collaborazione con Olitalia, si tratta di una formula innovativa basata sulla stabilità dell’olio anche ad alte temperature. Solo olio di semi di girasole ad alto contenuto di acido oleico ed antiossidanti come l’estratto di rosmarino. Detta in maniera semplice, il fritto non brucia e, soprattutto, non c’è olio di palma. Ma ci tengo a precisare che non è stata una scelta marketing, non mi interessa la trovata pubblicitaria. Piuttosto era un dovere nei confronti dell’ambiente che ci ospita“.

A parte Frienn, quali sono i trucchi del fritto perfetto?

“Sicuramente la qualità della materia prima. Si dice “fritta è buona pure una scarpa”, ma non è così. Una scarpa, anche fritta, resta comunque una scarpa. Quando friggi, sono fondamentali le temperature. Bisognerebbe attrezzarsi con un termometro da cucina. Per il pesce siamo sui 170-180 gradi, 160 per i vegetali, poi ci sono le cosiddette fritture lente, come per le patatine fritte a 140 gradi. E vi svelo un segreto: per far filare il cuore del supplì, bisogna friggerlo a 160 gradi. Quindi va tirato su, si aspetta e si rimette nell’olio per dargli il famoso shock termico. Provateci”.

Ci proveremo. Tu però garantisci che il fritto non ci farà male?

“Un paio di volte alla settimana, fatto a regola d’arte, può addirittura far bene. Per me è stato molto stimolante l’incontro con la dottoressa Sara Farnetti, lei sicuramente sa spiegarlo meglio di me dicendoci che il fegato è un muscolo. Senza eccedere, bisogna tenerlo allenato. Quindi…”

Info utili

Il Posticino

Via Isca del Pioppo, 33

Potenza

Tel. 389 932 9442

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